Favola: "Il paese con l'esse davanti" di Gianni Rodari. Idea: chiamiamo "Svirus" il coronavirus

Avviato dalla Dirigente Nicoletta Montecchi della Direzione Didattica 2° Circolo di Domodossola un canale di Youtube, come forma nuova di comunicazione a distanza con gli alunni e le famiglie #permantenereilegami.

All'interno del Canale i video delle insegnanti con la lettura/racconto di alcune favole di Gianni Rodari tratte da "Favole al Telefono".

Per le classi del mio insegnamento ho scelto "Il paese con l'esse davanti". Ho proposto alla fine agli alunni di aggingere un "s" a "virus" e cambiargli nome in "svirus" per vincere la paura: lo chiameremo "svirus" e sarà subito disfatto!


 Di seguito il testo della favola di Gianni Rodari:

"Il paese con l'esse davanti"
Giovannino Perdigiorno era un grande viaggiatore. Viaggia e viaggia, capitò nel paese con l'esse davanti.
- Ma che razza di paese è? - domandò a un cittadino che prendeva il fresco sotto un albero. Il cittadino, per tutta risposta, cavò di tasca un temperino e lo mostrò bene aperto sul palmo della mano. - Vede questo? - E un temperino. - Tutto sbagliato. Invece è uno «stemperino», cioè un temperino con l'esse davanti. Serve a far ricrescere le matite, quando sono consumate, ed è molto utile nelle scuole. - Magnifico, - disse Giovannino. - E poi? - Poi abbiamo lo «staccapanni». - Vorrà dire l'attaccapanni. - L’attaccapanni serve a ben poco, se non avete il cappotto da attaccarci. Col nostro «staccapanni» è tutto diverso. Lì non bisogna attaccarci niente, c'è già tutto attaccato. Se avete bisogno di un cappotto andate lì e lo staccate. Chi ha bisogno di una giacca, non deve mica andare a comprarla: passa dallo staccapanni e la stacca. C'è lo staccapanni d'estate e quello d'inverno, quello per uomo e quello per signora. Così si risparmiano tanti soldi. - Una vera bellezza. E poi? - Poi abbiamo la macchina «sfotografica», che invece di fare le fotografie fa le caricature, così si ride. Poi abbiamo lo «scannone». - Brr, che paura. - Tutt'altro. Lo «scannone» è il contrario del cannone, e serve per disfare la guerra. - E come funziona? - È facilissimo, può adoperarlo anche un bambino. Se c'è la guerra,
suoniamo la stromba, spariamo lo scannone e la guerra è subito disfatta. Che meraviglia il paese con l'esse davanti.

Dopo Filastrocche in cielo e in terra (1960), le Favole al telefono (1962) hanno costituito il secondo importante appuntamento di Rodari col grande pubblico infantile, sono entrate a pieno titolo nella scuola e nelle case dei bambini di tutto il mondo e hanno mostrato che la straordinaria capacità di invenzione dello scrittore poteva coniugarsi con l'osservazione della realtà contemporanea senza scadere mai nel moralismo e in una soffocante vocazione didattica; alcune «favole al telefono», d'altra parte, erano già state «collaudate» con successo sul «Corriere dei piccolissimi», inserto del «Corriere dei piccoli», e avevano portato alla ribalta personaggi destinati ad occupare ruoli da protagonisti nel ricchissimo universo rodariano, dalla minuscola Alice Cascherina a Giovannino Perdigiorno, imprevedibile viaggiatore in straordinari paesi. Anche l'invenzione della «cornice» è decisamente stimolante: il ragionier Bianchi, rappresentante di commercio degli anni Sessanta, che al telefono ogni sera raccontava alla sua bambina favole dagli esiti imprevedibili (magari oggi userebbe con altrettanta disinvoltura il «cellulare» o il fax), appartiene alla nostra vita quotidiana, può essere uno di noi ed è anche per questo che Favole al telefono sono un testo ormai classico, non conoscono il passare del tempo, conservano immutate le doti originali di eleganza, di ironia, di freschezza: i personaggi anticonformisti e gli eventi imprevisti, le dolcissime strade di cioccolato, i saporitissimi palazzi di gelato, i numeri paradossali e le domande assurde costituiscono i punti di forza di quella inesauribile capacità di invenzione che Gianni Rodari sapeva coniugare con la puntuale, seria e civile osservazione della realtà contemporanea (Einaudi Ragazzi).

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