da La Tecnica della Scuola
di Antonio Fundaro
di Antonio Fundaro
L’attualità di questi giorni riporta alla ribalta il tema, scottante,
per certi versi, della inadeguata formazione di una buona parte del
personale docente che, oggi volente o nolente, sarebbe costretto a
confrontarsi con quegli strumenti di condivisione on-line (per una
didattica inclusiva e, nel caso di specie, sostitutiva delle lezioni in
presenza).
Docenti che, dall’oggi al domani, dovrebbero attivare
o, in alcuni casi, solamente lavorare sulle piattaforme per la
didattica. Oggi solo necessità dell’oggi anche se, in effetti, si
dovrebbe ragionare intorno ad esse come metodologia Learning Management
System rientrante nella libertà di insegnamento garantita, e non
autorizzabile, dunque, dalla Costituzione italiana.
C’era bisogno di un DPCM per porre al centro del
dibattito scientifico, pedagogico e metodologico, il tema delle così
dette Virtual classroom, sulle quali, già da tempo molti lavoriamo e
sulle quali ci confrontiamo?
Non c’era certamente bisogno del Coronavirus, per
parlare di classi virtuali e di tutorial ma l’emergenza sanitaria, in
primis, ma anche culturale e formativa, sta costringendo molte scuole
chiuse a sperimentare le lezioni a distanza. Talvolta improvvisando,
tale altre volte convogliando tutte le sinergie di cui dispone un
istituto per predisporre un’organica piattaforma a servizio della
didattica. Nonostante l’urgenza, sono molti gli istituti che si stanno
organizzando. Anche per far sì che queste “assenze forzate” da scuola,
collegate all’emergenza sanitaria, non solo italiana, si trasformino per
gli alunni (e per i docenti, talvolta) in vacanze estese. Troppo
prolungate.
In primis a dare una mano ai docenti ha pensato il
ministero dell’istruzione dal momento che, giustamente, ha inserito, del
DPCM la formula «che i dirigenti scolastici attivano, per tutta la
durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole,
modalità di didattica a distanza, con particolare attenzione alle
specifiche esigenze degli studenti con disabilità». La principale novità
assicurata dal ministero riguarda proprio la didattica a distanza sulla
quale il ministro ha voluto puntare giustamente. Come già, più volte,
affermato sulle nostre pagine, i docenti e i dirigenti scolastici che
fossero interessati possono intanto collegarsi alla pagina attivata di
proposito all’indirizzo https://www.istruzione.it/coronavirus/didattica-a-distanza.html.
Avvisa il ministero che «Tutti coloro che vogliono supportare le scuole
possono farlo aderendo alle due call pubblicate dal Ministero lo scorso
venerdì che contengono anche i parametri tecnici necessari». Per
maggiori informazioni cliccate sul link https://www.miur.gov.it/web/guest/-/coronavirus-pubblicate-due-call-per-sostenere-la-didattica-a-distanza.
Lo stesso ministero, prima di viaggiare nel mare variegato del Learning
Management System, ha previsto la possibilità di utilizzare alcune
importanti piattaforme, tra le quali, ad esempio: INDIRE (http://www.indire.it/la-rete-di-avanguardie-educative-a-supporto-dellemergenza-sanitaria/); Office 365 Education A1 (https://www.microsoft.com/it-it/education/products/office); RAI per la didattica, nella sua poliedrica organizzazione (https://www.istruzione.it/coronavirus/didattica-a-distanza_rai.html); Treccani scuola (http://www.treccaniscuola.it/);
Fondazione Reggio Children – Centro Loris Malaguzzi che propone un
percorso di contenuti online con l’obiettivo di generare domande,
sollecitare la scoperta e invitare alla sperimentazione. Un approccio
esplorativo, critico e creativo per generare connessioni tra diversi
campi di conoscenza (https://reggiochildrenfoundation.org/didattica-on-line/);
una sezione “Approfondimenti” che raccoglie e analizza alcune tra le
più innovative esperienze di didattica digitale adottate dalle scuole
italiane
(https://www.istruzione.it/coronavirus/allegati/esperienze_didattica-a-distanza.pdf); e, infine, una sezione “Altre iniziative” che raccoglie materiali, metodologie, esperienze, strumenti per la scuola (https://www.istruzione.it/coronavirus/didattica-a-distanza_altre-iniziative.html).
Prima di presentarvi alcune piattaforme alle quali ci
si può registrare, vorrei ricordare che l’e-learning è il complesso
delle dinamiche di apprendimento, non sempre strutturate e non sempre
supportate, che ciascun docente, forte della sua libertà
d’insegnamento (non deve essere approvato da nessun collegio dei
docenti, naturalmente) può attuare per strutturare le molteplici
applicazioni forniteci da internet ai fini di implementare quelle che
vengono denominate dimensioni dell’e-learning e che di fatto
contribuiscono, nella scuola dell’attenzione a tutti e a ciascuno, a
garantire che la didattica sia inclusiva e, per ciò, adatta davvero ad
ogni alunno. Ed il riferimento va alla connettività, alla flessibilità,
alla interattività, all’estensione delle possibilità (rafforzare ed
estendere l’apprendimento tradizionale) e alla motivazione (la scuola,
vuoi o non vuoi diventa più divertente).
Per queste ragioni e non dimenticandoci che, in una
fase emergenziale e con docenti non tutti formati, anche il WhatsApp
potrebbe garantire (anche se con minor successo) il proseguo
dell’attività didattica (in questo caso, a distanza), anche le società che gestiscono i registri elettronici hanno attivato piattaforme per la gestione della didattica online o a distanza,
che dir si voglia. Per esempio, Argo Software s.r.l. che gestisce il
registro elettronico Argo DidUp ha attivato la pagina “Didattica a
distanza” sulla quale illustra le soluzioni Argo per la condivisione di
materiale tra docenti e studenti, che possono anche essere integrate con
gli strumenti gratuiti già disponibili online, più utilizzati a livello
mondiale. Solo a titolo esemplificativo i docenti che utilizzano questa
piattaforma per il registro elettronico, potranno entrare alla
piattaforma accedendo normalmente sul registro, cliccando,
successivamente, sulla barra posta a sinistra sul link “Bacheca” e
procedendo, per materia ed educazione, al caricamento di quanto è
necessario (video, dispense, esercizi, mappe concettuali). In ogni caso
abbiate cura di verificare se avete segnato il periodo di lettura,
spuntare chi è autorizzato a leggere, segnare la classe a cui il
materiale è destinato. Se non si salva o se qualche elemento va perso
vuol dire che non avete provveduto a caricare o spuntare tutto.
A seguire alcune, infine, delle piattaforme che
possono essere utilizzate come docenti, singolarmente (auspicabile in
assenza di una programmazione di istituto) e come istituto, nella sua
complessità e dinamicità. Vi ricordo che alcuni docenti ritengono, in
maniera assai impropria che è il collegio che avrebbe dovuto scegliere
questa tipologia di insegnamento a distanza. Prescindendo il secondo
DPCM varato dal Consiglio dei Ministri, opportunamente, in epoca di
Coronavirus, vorremmo ricordare a qualche docente improvvido che la totalità dei PTOF approvati dalle scuole italiane prevedono scelte di avanguardie educative.
Scelte operate, vuoi per consapevolezza e lungimiranza del collegio,
vuoi, anche e soprattutto, perché il PTOF contiene già una sezione
dedicata all’innovazione. Andate a leggere, dunque, cosa ha
deliberato il vostro collegio dei docenti relativamente alla sezione “Le
scelte strategiche” e specificatamente alle sottosezioni “2.1 Priorità
desunte dal RAV” e “2.4. Principali elementi di innovazione”.
In un ottimo PTOF, assai in linea con il nostro preambolo (quasi
premonitore di quanto stesse per accadere), del quale abbiamo disquisito
con il Dirigente scolastico professoressa Valeria La Paglia, si legge che l’Istituto comprensivo statale “Renato Guttuso” di Carini (Pa) presterà «una
particolare attenzione all’innovazione didattica legata sia all’area
linguistica che all’innovazione digitale, che preveda percorsi di
sperimentazione di pratiche didattiche legate alle avanguardie educative
(flippep classroom e debate) e alle buone pratiche nazionali ed
internazionali (etwinning, rete scuole Unesco, rete per le arti)». E, sempre più avanti, questo ben strutturato PTOF, prevede che ai docenti si chieda «la
conoscenza e l’utilizzo di strategie e metodi innovativi di
insegnamento/apprendimento, anche attraverso l’uso di strumenti
informatici, per attuare interventi più mirati ed efficaci» quelli che chiede il ministro in questo momento storico e che, comunque, dovrebbe diventare una costante.
A seguire, adesso, si presentano schematicamente alcune Virtual classroom nella speranza che sia esaustiva la trattazione pur
con la consapevolezza che le piattaforme per la didattica a distanza,
italiane e, per la maggior parte, straniere, sono molteplici e che il
docente, forte della propria formazione e competenza, potrebbe o
vorrebbe utilizzare quella che già utilizza.
In una prospettiva di flipped classroom si può utilizzare Classmill (https://classmill.com/),
applicazione gratuita che consente di produrre lezioni multimediali
online. Registrarsi al servizio è facilissimo e lo si può fare
utilizzando l’account di Facebook per cominciare subito a usufruire di
questo agile strumento. Per produrre i propri contenuti è adeguato
premere il pulsante “Create Class” e completare un format titolandolo,
descrizione e categoria, designando se la lezione sarà raggiungibile
indipendentemente, ad invito o a pagamento.
Interessante e molto usato è Edmodo (https://www.edmodo.com/)
un vero e proprio social network educativo. Si tratta di piattaforma di
e-learning, immaginata nel 2008 da due responsabili informatici del
distretto scolastico di Chicago. La piattaforma è in grado di fornire un
ambiente operativo sicuro e semplice da utilizzare, nel quale da un
lato gli studenti (vigilati, se minori, dai genitori) e dall’altro i
professori, cooperano anche al di fuori dell’ambiente scolastico. Sulla
piattaforma i docenti dare consegne, dare spiegazioni, mandare schemi
esplicativi e indicare articoli di approfondimento relativi agli
argomenti appena spiegati in classe. Dall’altro lato i ragazzi (ma anche
i bambini, d’altronde) collaborano tra di loro in piccoli
gruppi-studio, chiedono precisazioni ai compagni di classe e ai docenti.
Eliademy (http://www.eliademy.com)
è una classe virtuale gratuita che autorizza gli insegnanti e gli
studenti di creare, condividere e gestire corsi online. Eliademy è una
fantastica piattaforma gratuita per creare corsi, forum e quiz online.
Eliademy dispone poi di uno strumento di visualizzazione che cambierà il
corso in una sorta di ebook di alta qualità. In Eliademy è presente un
calendario dove gli studenti o gli iscritti d’un corso in e-learning
trovano le date di inizio dei corsi a cui si sono iscritti, i termini
dei quiz o delle verifiche.
Altro portale è Fidenia (https://www.fidenia.com/)
il “social learning”, tutto italiano, interamente dedicato alla
didattica per creare classi virtuali, condividere risorse, realizzare
contenuti multimediali, assegnare verifiche e dialogare in maniera
“social” tra docenti, studenti e famiglie. Fidenia si rivolge a tutti i
protagonisti della scuola, offrendo soluzioni innovative in grado di
facilitare ogni attività quotidiana: dalla didattica all’invio di
comunicazioni, dalla condivisione delle risorse allo scambio di
informazioni di utenti. All’interno di Fidenia troverai numerosi
strumenti preziosi per la didattica quotidiana, tra cui: il software
migliore per la creazione di una numerosa tipologia di test, quiz e
questionari erogabili sia online che stampati su carta; l’applicazione
ideale per realizzare ebook multimediali e interattivi, anche in maniera
collaborativa con altri docenti o con i tuoi studenti. Gli istituti che
vorranno aderire a Fidenia avranno accesso a funzionalità specifiche
per migliorare la comunicazione scuola/famiglia e per promuovere
all’interno della rete i propri eventi, progetti e iniziative. Aderendo a
Fidenia le scuole metteranno, inoltre, a disposizione delle proprie
classi strumenti didattici ancora più evoluti.
Alcuni insegnanti utilizzano, da parecchio, WeSchool (https://www.weschool.com/scuole/)
interessante piattaforma gratuita per la didattica collaborativa e la
flipped classroom. Tra i contenuti a disposizione dei docenti per
assemblare lezioni, vi sono oltre 7.000 lezioni di Oilproject, una
community italiana che offre lezioni gratuite on line. WeSchool, fondata
da Marco De Rossi e partecipata da Telecom Italia, Club digitale e Club
Italia Investimenti 2, ha come missione la digitalizzazione della
scuola italiana. Il portale aiuta i docenti con formazione sulle nuove
metodologie didattiche e lavoriamo con aziende su progetti che portano
valore al mondo della scuola. Con WeSchool i docenti possono portare le
loro classi online e rendere la loro didattica digitale. WeSchool Library aiuta
invece ogni mese 2 milioni di studenti con video, testi ed esercizi
curati da docenti ed esperti: da Massimo Temporelli fino a Umberto Eco.
Con più di 15.000 ore di formazione erogata ogni giorno, è uno dei
progetti di divulgazione culturale più massivi in Italia.
Google classroom (https://classroom.google.com/h)
rende, invece, la didattica più produttiva, collaborativa e
significativa. Google ha collaborato con educatori di tutto il paese per
creare Classroom, uno strumento semplificato facile da utilizzare che
permette agli insegnanti di gestire le attività dei corsi. Grazie a
Classroom, gli educatori possono creare corsi, assegnare compiti e voti,
inviare feedback e tenere tutto sotto controllo, in un’unica
applicazione. Grazie a semplici operazioni di configurazione e
integrazione con G Suite for Education, Classroom semplifica le attività
ripetitive e permette agli insegnanti di concentrarsi più facilmente su
ciò sanno fare meglio: insegnare. Grazie a Classroom, insegnanti e
studenti possono avere accesso ai compiti del corso, ai materiali del
corso e ai feedback da qualsiasi computer o dispositivo mobile.
Classroom è uno strumento gratuito per le scuole ed è incluso
nell’accesso a G Suite for Education. Come tutti gli strumenti di Google
for Education, Classroom soddisfa standard di sicurezza elevati.
Altra piattaforma è Otus maximize learning (https://otus.com/otus-helps-me-maximize-learning-for-all-my-students/).
Si tratta di un ambiente di rete per la creazione e gestioni di classi
virtuali, progettato per essere immediatamente operativo su iPad e
Chromebook.
Interessante è anche Schoology (https://www.schoology.com/)
che è un ambiente gratuito di apprendimento online, con funzioni di LMS
(Learning Management System) avanzate, per promuovere una didattica
collaborativa, eseguibile su ogni device e in mobilità.
Fino a poco tempo fa, esisteva anche Wiggio (https://www.wiggio.com/).
Si trattava (peccato che ha deciso di chiudere) di un sistema per
produrre gratis e facilmente piccole comunità di lavoro, studio e
cooperazione online, per la condivisione di materiali, appuntamenti,
risorse, con integrati messaggistica e calendari condivisi.
In ultimo, tra quelli più utilizzati, abbiamo Socloo (https://www.socloo.org/) Socloo, un ambiente Didattico social, sicuro e protetto pensato e sviluppato esclusivamente per la Scuola Italiana.
Consente ai Docenti di coinvolgere i propri Studenti,
creando classi virtuali e gruppi di lavoro. per comunicare in tempo
reale, per condividere risorse digitali e per collaborare nella
costruzione del loro e-portfolio. Disponibile gratuitamente per tutte le
Scuole (Primarie, Secondarie di I e II grado). Socloo ha reso la
tecnologia semplice con uno strumento professionale pensato
specificatamente per la Didattica. Italiana. Interdisciplinare.
Inclusiva. Le sue caratteristiche: non pesa sul bilancio della Scuola e
delle Famiglie, ma trova i fondi per sostenermi attraverso il
coinvolgimento di Enti e Aziende; accetta l’iscrizione solo di personale
Docente, che sarà contattato telefonicamente, identificato e
autorizzato. Oppure potrà iscriversi l’Animatore Digitale che garantirà
l’identità degli insegnanti della propria Scuola. Ogni Docente
accreditato dovrà a sua volta iscrivere i propri allievi, che non
avranno bisogno di un indirizzo e-mail; non sono necessarie competenze
tecniche. Si può accedere semplicemente da computer e tablet tramite un
semplice browser o da smartphone con l’apposita APP Mobile o utilizzando
la LIM di classe senza limiti di spazio e di tempo di connessione.
Funziona ovunque, in classe e da casa, ma anche in gita o in biblioteca.
Basta avere una connessione Internet; funziona come un Social Network e
permette di fare didattica in ambiente totalmente Social. Ogni attività
viene infatti notificata e vengono creati automaticamente avvisi e
scadenze facilitando il lavoro di tutti. Lo studente si sente quindi
coinvolto, stimolato e motivato all’interno dell’attività didattica
perché viene usato un linguaggio vicino al suo. È il social network che
riunisce tutte le Scuole Italiane. Ha una Community dedicata
esclusivamente ai Docenti di tutta Italia che possono collaborare,
condividere e creare progetti. Oppure potranno trovare semplicemente
ispirazione dal lavoro di altri docenti italiani per sviluppare e
personalizzare un argomento o la propria didattica. E, infine, i docenti
possono creare le loro classi virtuali per comunicare, condividere,
collaborare, programmare, svolgere e personalizzare la loro didattica
tradizionale oppure per svolgere il loro programma con il concetto di
Didattica Capovolta. È possibile creare progetti o eventi; condividere
contenuti o inviare messaggi; assegnare un compito o fare eseguire un
test; fare svolgere un lavoro di gruppo o attivare una discussione;
creare un percorso di apprendimento guidato fino ad arrivare alla
didattica interdisciplinare.
Interessante anche quanto proposto dalla casa editrice Zanichelli in https://my.zanichelli.it/. Per chi volesse suggerimenti o utilizzare la loro piattaforma, si segnala “Idee per insegnare da casa” consultabile su https://www.zanichelli.it/scuola/idee-per-fare-lezione-da-casa e
contenente “proposte semplici per fare lezione da lontano ai tuoi
studenti e dalle tue studentesse. Non è la scuola vera, ma
nell’emergenza puoi far sentire loro la tua voce e farli lavorare a
casa. Sono lezioni digitali, ma non dimenticare che a casa ci sono i
libri di testo”.
Adesso, la scommessa deve portarla avanti la classe
docente, possibilmente vincendo le paure derivate dal non sapere usare
perfettamente la tecnologia e evitando di attribuire le responsabilità
alle famiglie che non hanno il PC. Basta, talvolta, per essere prossimi
alle esigenze degli alunni un semplice telefonino e WhatsApp
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