La caramella istruttiva
Ascolta la favola
Sul pianete Bih non ci sono libri. La scienza si vende e si consuma in bottiglie.
La storia è un liquido rosso che sembra
granatina, la geografia un liquido verde menta, la grammatica incolore e
ha il sapore dell’acqua minerale. Non ci sono scuole, si studia a casa.
Ogni mattina i bambini, secondo l’età, debbono mandar giù un bicchiere
di storia, qualche cucchiaiata di aritmetica e così via.
Ci crederete? Fanno i capricci lo stesso.
– Su, da bravo, – dice la mamma, – non sai quanto è buona la zoologia. È dolce, dolcissima.
Domandalo alla Carolina – (che è il robot elettronico di servizio).
La Carolina, generosamente, si offre di
assaggiare per prima il contenuto della bottiglia. Se ne versa un dito
nel bicchiere, lo beve, fa schioccare la lingua: – Uh, se è buona –
esclama, e subito comincia a recitare la zoologia: – “La mucca è un
quadrupede ruminante, si nutre di erba e ci dà il latte con la
cioccolata.”
– Hai visto? – domanda la mamma trionfante.
Lo scolaretto nicchia. Sospetta ancora che non si tratti di zoologia, ma di olio di fegato di merluzzo.
Poi si rassegna, chiude gli occhi e trangugia la sua lezione tutta in una volta. Applausi.
Ci sono, si capisce, anche scolaretti
diligenti e studiosi: anzi golosi. Si alzano di notte a rubare la
storia-granatina, e leccano fin l’ultima goccia dal bicchiere. Diventano
sapientissimi.
Per i bambini dell’asilo ci sono delle
caramelle istruttive: hanno il gusto di fragola, dell’ananas, del
ratafià, e contengono alcune facili poesie, i nomi dei giorni della
settimana, la numerazione fino a dieci.
Un mio amico cosmonauta mi ha portato
per ricordo una di quelle caramelle. L’ho data al mio bambino, ed esso
ha cominciato subito a recitare una buffa filastrocca nella lingua del
pianeta Bih, che diceva pressapoco:
“anta anta pero pero
penta pinta pim però“,
penta pinta pim però“,
e io non ci ho capito niente.
(da “Favole al telefono” di Gianni Rodari - in tutto scuola.com)
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E’ assolutamente possibile farlo. Ci vuole solo pazienza. Tanta. Ma questo tempo speso è ben ripagato dal fatto che così si formano bambini felici e sicuri di se.
Molto spesso accade che noi genitori siamo pressanti e mostriamo rabbia e delusione quando i figli non riescono a raggiungere i risultati sperati, il più delle volte è perché vorremo per i figli il futuro che avremo voluto per noi.
Bambini e ragazzi spaventati hanno alle spalle molto spesso genitori restii e altrettanto impauriti.
Ma questo non è giusto, perché un figlio è un individuo separato da noi!
I cuccioli, e anche i bambini lo sono, hanno geneticamente la propensione alla scoperta; la curiosità è la molla che li spinge alla conoscenza.
Dobbiamo saperla dirigerla bene. Compito fondamentale dei genitori è quello di aprirsi, con stupore, alle cose nuove, così che anche i figli possano utilizzare lo stesso metodo per apprendere.
Il cervello nei primi anni di vita è una spugna assorbente.
Quindi, avere spesso e volentieri un buon libro sotto il braccio o sotto gli occhi, è insegnare loro che la lettura è un’amica fidata e silenziosa che permette di passare un tempo di qualità.
Non dimentichiamoci che poi la scuola, non sono solo compiti, voti e materie, ma è anche una fonte di amicizie e di legami che possono durare tutta la vita.
Buon lavoro! (Fonte Blog psicologiaecaffe)
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone
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