Anniversari. A lezione di libertà con Gianni Rodari

A 100 anni dalla nascita e a 40 dalla morte, lo scrittore sarebbe stato al centro della Fiera di Bologna con l’idea di farlo riemergere da cliché riduttivi e sminuenti. A colloquio con Pino Boero
Gianni Rodari
Gianni Rodari
da Avvenire
Sarebbe stato festeggiato alla Fiera del Libro per ragazzi di Bologna, e non solo, perché questo 2020 con tre anniversari pieni a lui era dedicato. A cento anni dalla nascita, a cinquanta dall’assegnazione del prestigioso Premio Andersen e a quaranta dalla morte, per ricordare Gianni Rodari ci sarebbero stati convegni, letture, spettacoli, mostre, concorsi e premiazioni. Incontri ora con tanti punti interrogativi per riportare in primo piano, e in qualche modo risarcirlo, un autore variegato, troppo a lungo collocato con superficialità al- l’interno di una letteratura considerata di serie B.
Dentro quello stereotipo di bizzarro e divertente autore di filastrocche e di favole moderne per bambini, che certo non lo rappresentava in toto, anche se in questo ambito ha dato il meglio di sé. Rodari era molto di più. «Un intellettuale raffinato e completo, a tutto tondo, che ha vissuto i rivolgimenti, le crisi e le speranze del secolo scorso, prodotto testi per bambini, ma che in virtù del mestiere di giornalista ha scritto brillantemente di temi di politica e di problemi sociali, di attualità, di scuola e pedagogia, di letteratura, filosofia e di arte».
Uno sperimentatore con la passione per la la parola e la scrittura. Pino Boero, già docente di Letteratura per l’infanzia e Pedagogia all’Università di Genova, da una vita appassionato studioso di Rodari (è in uscita per Einaudi Ragazzi una nuova edizione del suo Una storia, tante storie. Guida all’opera di Gianni Rodari) ne racconta il bagaglio culturale di tutto rispetto, le letture formative, la lezione illuminante del surrealismo francese, la sensibilità artistica, il carattere schivo e riservato, persino tormentato ma non privo di entusiasmo. E ancora la convergenza dell’impegno civile e del pensiero libero con la scrittura per bambini in una visione di rinnovamento sociale in cui non sono estranee le voci dell’infanzia. Quelle che devono tornare al centro dell’attenzione degli adulti. «È la chiave di lettura delle sue favole e filastrocche – spiega Boero – il bambino al centro da guardare non più dall’alto al basso ma da osservare al suo stesso livello con uno sguardo rispettoso e ascoltare con quell’orecchio acerbo proprio come racconta il vecchio signore, protagonista della nota poesia che ha mantenuto un orecchio bambino per capire le voci che i grandi non stanno mai a sentire e capire anche i bambini quando dicono cose che a un orecchio maturo sembrano misteriose».
I temi della centralità dell’infanzia e dell’immaginazione, del rispetto per l’altro e per ogni diversità, della partecipazione solidale, della libertà dai pregiudizi coniugati a una scrittura ironica e lieve attraversano tutte le raccolte di Rodari, dalle Favole al telefono a Filastrocche in cielo e in terra a La torta in cielo, per citare solo le più note, «dove non c’è mai una morale a priori da mettere in rima o trasformare in storia – continua Pino Boero – ma dove accanto alla vita vera che irrompe nel mondo della fantasia sempre traspaiono la tensione civile, la sensibilità e la tolleranza di chi considera la parola uno strumento di libertà e democrazia e l’arte con il suo linguaggio universale un ponte tra culture diverse».
Ma dove nulla è mai casuale o occasionale. I bambini sono il suo pubblico, per loro porta la vita vera dentro la poesia; spesso li incontra e li coinvolge come succede con La torta in cielo, nata dalla collaborazione con la classe della maestra Maria Luisa Bigiaretti nella scuola della borgata romana del Trullo. Maestro lui stesso per un breve periodo in gioventù, formato dalla militanza nel Movimento di cooperazione educativa di Celestino Freinet, sulla scia di Mario Lodi e Bruno Ciari, Rodari crede alla serissima scuola del fare e della partecipazione, non autoritaria, liberata dal tema prescrittivo e dalla rigidità della valutazione, piena di testi prodotti sul lavoro fatto insieme. La scuola seria dove si impara dagli errori e perché c’è una comunità che lavora sodo, legge tanto, fa ricerca e conta sull’esercizio della creatività come strumento di democrazia. La scuola in cui ci si educa alla vita e più ancora alla passione per la vita e la verità. Dove bisogna imparare a fare le cose difficili. «È difficile fare cose difficili: – ammoniva – parlare al sordo, mostrare la rosa al cieco. Bambini, imparate a fare le cose difficili: dare la mano al cieco, cantare per il sordo, liberare gli schiavi che si credono liberi».
Punto fermo, sintesi delle sue riflessioni sui meccanismi dell’invenzione fantastica, sull’arte di inventare storie, sulle regole del processo creativo, binomio fantastico di due parole solo apparentemente alternative «La Grammatica della fantasia – conclude Boero – è il segno della cultura alta di Rodari, della sua capacità di consegnarci, con l’unica preoccupazione che non venisse trasformata in un banale ricettario, un Artusi delle favole, una lezione di grande profondità attraverso un linguaggio semplice fondato sul valore liberatorio dalla parola». «Tutti gli usi della parola a tutti – scriveva Rodari – mi sembra un bel motto, dal bel suono democratico. Non perché tutti siamo artisti, ma perché nessuno sia schiavo».

Scuola, il valore aggiunto della comunità

di  don Lorenzo Celi direttore dell’Ufficio di pastorale dell’educazione e della scuola, Diocesi di Padova

Il meteorite Covid-19 sta impattando non poco anche sul nostro sistema scolastico: l’universo più o meno ordinato della scuola italiana, a partire dalle sue decennali scadenze, è stravolto da questo evento epocale. Come ogni cambiamento, esso determinerà la perdita di alcune caratteristiche che sembravano essenziali, ma permetterà di recuperarne altre forse dimenticate e di scoprirne di ulteriori. Per obbligo di brevità mi soffermo su tre aspetti che, spero, si stiano (ri)scoprendo: La scuola è una ricchezza per il nostro paese, per ogni paese, e chi nella scuola lavora dovrebbe avvertire, insieme alla grande responsabilità che gli compete, il riconoscimento da parte dei propri concittadini di un compito umano e sociale fondamentale che si affianca (non può mai sostituirsi) a quello prioritario della famiglia: educare. L’oggetto dell’educare: la scuola non è semplicemente trasmissione enciclopedica di dati o luogo di confezionamento di competenze. Essa ha come fine l’educare alla vita, aiutando il giovane a porsi le domande più profonde su di essa e accompagnandolo a trovare delle risposte significative. Lo stile del fare scuola: non mi era mai capitato di cogliere, trasversalmente, dal bambino di quattro anni all’adolescente di diciotto come anche dal docente maturo il desiderio di poter tornare presto a scuola. Ciò che manca di più è il valore aggiunto della comunità, fatta di relazioni, di regole, di condivisione di successi e di sconfitte, di confronto con il “tu” prossimo del compagno o con quello asimmetrico dell’insegnante. Ciò che insomma non può essere sostituito dalla “didattica a distanza”, per quanto efficienti siano le tecnologie e avanzate le tecniche di trasmissione. Peccato che per riesumare dall’oblio l’attenzione per la scuola e il suo compito si sia attesa una tragedia così grande. Ci auguriamo che, quando l’avremo superata, tutto non ritorni come prima… anche nella scuola!

(segnalazione web a cura del Prof. Giuseppe Serrone)

Ripensare la scuola senza perdere di vista l’educazione

di Sergio Cicatelli

In questi giorni di forzato isolamento molti insegnanti si stanno dando da fare con la tecnologia per colmare il vuoto didattico imposto dal Coronavirus. Dappertutto la parola d’ordine è stata la didattica a distanza, nel presupposto – tutto da verificare – che la scuola sia essenzialmente trasmissione di sapere e che dunque, nell’impossibilità di una comunicazione verbale in presenza, un’identica comunicazione verbale da remoto possa assicurare ugualmente il servizio scolastico. Soprattutto da parte del Ministero questa sembra essere stata la strategia fondamentale (o unica), con la ricerca di fondi per fornire ai tanti alunni che non dispongono di un pc o tablet personale il necessario strumento tecnologico. Ma il tablet non basta se poi non si ha una connessione minimamente stabile e veloce e non si conoscono gli strumenti e le regole della comunicazione on line (anche da parte degli insegnanti). Improvvisamente ci si è accorti che molti insegnanti sono veri “eroi” alla pari di medici e infermieri per la dedizione con cui trascorrono ore al computer per incontrare ogni giorno i propri alunni (ben al di là dell’orario di servizio), ma tanti altri docenti sono privi di esperienza e si trovano persi in un’aula virtuale e senza la loro cattedra. Se molti, a cominciare dai vertici, si sono lanciati alla ricerca di soluzioni emergenziali per dimostrare di saper fronteggiare una situazione cui si era oggettivamente impreparati (non solo nella scuola), altri – pochi – si sono accorti che il blocco improvviso può essere l’occasione per fermarsi a pensare alla natura del lavoro scolastico, spesso associato a routine acriticamente ripetute che impediscono di rispondere alle domande più elementari: che cos’è la scuola? come si fa scuola? cosa è indispensabile per poter parlare di scuola? perché, per gli alunni, andare a scuola? Partiamo proprio da questa ultima domanda, che presuppone implicitamente che a scuola si debba “andare”, cioè che ci si debba spostare dalla propria casa per recarsi in un altro luogo fisico deputato all’apprendimento formale. Ebbene, l’emergenza sanitaria ci ha fatto capire che non è affatto necessario “andare” a scuola ma la scuola può venire a casa mia: la scuola non è fatta dalle mura, dalle aule, dai banchi e dalle cattedre, ma dalle persone che la vivono e dalle relazioni che la fanno esistere. La scuola è essenzialmente relazione educativa. L’educazione ha bisogno di vicinanza I fanatici delle nuove tecnologie esulteranno allora perché si riesce così a dimostrare che con gli strumenti adatti si può tenere in vita la scuola anche se ognuno è confinato a casa propria e nessuno è più in grado di “andare” a scuola. Gli insegnanti, forse, si stanno accorgendo di “essere” la scuola, perché anche da casa riescono a svolgere il proprio lavoro, utilizzando una forma di smart working solo pochi mesi fa inimmaginabile: c’è chi starà apprezzando la comodità di lavorare dal divano di casa e chi si domanda addirittura se sia possibile prolungare questa comodità quando riapriranno i portoni delle scuole. Ma c’è anche una riflessione pedagogica che merita di essere sviluppata ai margini di questa emergenza. Ci siamo sempre ripetuti che non c’è pedagogia senza antropologia: dietro ogni progetto educativo e dietro ogni attività educativa c’è sempre una concezione dell’uomo che si intende far crescere con quella educazione. E la nostra cultura occidentale si è nutrita fin dalle origini della lezione di Aristotele, per il quale l’uomo è, a seconda dei casi, un animale sociale (zòon politikòn, nel senso più alto della politica come conseguenza del vivere nella pòlis, nella città) o un animale razionale (zòon lògon èchon), comunque aperto all’altro. Usiamo anche la categoria della razionalità, perché in realtà Aristotele parlava dell’uomo come di un animale dotato di lògos, cioè di parola, di ragione, di uno strumento che consente di comunicare e mettere in relazione, rendendo dunque l’uomo un’animale concretamente relazionale più che astrattamente razionale. Come possiamo pensare di continuare a educare sulla base di questi presupposti se viene a mancare la condizione di una naturale socialità, momentaneamente surrogata da una relazione artificiale, tenuta in vita da strumenti tecnologici che consentono solo una molteplicità di relazioni individuali ma non possono sostituire la socialità del gruppo umano fisicamente vissuto? Per una scuola cattolica che trova nella dimensione comunitaria la sua ragion d’essere, la modifica delle modalità di relazione non può essere indifferente. E non può esserlo per nessuna scuola, che comunque ha – implicitamente o esplicitamente – il compito di introdurre alla condizione umana, cioè a una relazionalità fatta di incontri, contatti, vicinanza, convivialità, in cui la sfera degli affetti è importante almeno quanto quella cognitiva. Da questo punto di vista, nel virus che si è diffuso nel mondo possiamo vedere qualcosa di “diabolico”, nel senso etimologico del termine, cioè qualcosa che tende a separare e a separarci, proprio per privarci di un bene essenziale: la comunità e l’incontro con l’altro. Per tanti bambini o ragazzi, invece, la dimensione sociale sembra potersi ora realizzare solo in due modi: attraverso i social, cioè con una modalità da tempo condannata come semplice finzione di una vera relazione sociale, o all’interno della propria famiglia, in casa, cioè in una dimensione privata, che vale per ognuno di noi ma che non esaurisce le potenzialità relazionali di cui siamo capaci. Il futuro di una scuola con la mascherina In questi giorni di grande incertezza sul futuro dobbiamo inoltre prendere realisticamente atto della durata verosimilmente piuttosto lunga di questa emergenza. L’anno scolastico in corso è ormai da ritenere concluso, ma anche il prossimo non si presenta in una luce migliore, ed è del tutto illusorio pensare di risolvere i problemi riproponendo la didattica a distanza anche dal prossimo mese di settembre. Anzitutto perché una cosa è proseguire via internet una relazione che si è impostata in presenza e altra cosa è iniziare la relazione educativa solo attraverso uno schermo: pensiamo soprattutto agli alunni che si troveranno a settembre ad iniziare un ciclo scolastico, a dover – in condizioni normali – mettere piede per la prima volta in una nuova scuola. Sarà loro negata l’esperienza del varcare quella soglia e non sarà facile – nonostante le migliori intenzioni – avviare un rapporto didattico attraverso uno schermo, anche se con la prospettiva di incontrarsi fisicamente dopo qualche mese (perché questa emergenza prima o poi dovrà finire). Sul piano educativo dobbiamo poi fare i conti con il nuovo sguardo con cui ci stiamo rivolgendo al nostro prossimo. Già ora siamo tenuti a mantenere una rigida distanza di sicurezza, tanto più in ambienti in cui la vicinanza relativa è in qualche modo obbligata (supermercati, uffici, luoghi di lavoro). Le mascherine che dobbiamo indossare sono il segno della barriera che ci separa e della precauzione con cui accostiamo ogni altra persona, che può essere un’incolpevole ma pericolosissima fonte di contagio. Il messaggio implicito in tutto ciò è il sospetto verso l’altro, la paura del contatto/contagio, la distanza come valore vitale. Immaginare un’aula scolastica in cui tutti gli alunni indossino una mascherina e mantengano, nei limiti del possibile, una distanza di sicurezza non è tanto una situazione difficile da realizzare per motivi tecnici (cubatura delle aule, disponibilità delle mascherine, ecc.) quanto soprattutto uno scenario educativamente innaturale, addirittura diseducativo nel quadro di un progetto che voglia insegnare prossimità e apertura all’altro.
Ristrutturare la relazione educativa Torniamo allora a interrogarci sulla natura della scuola e proviamo a vedere se sia ancora possibile “fare scuola” con gli stessi criteri del passato. Sembra ormai superato lo schema rigido della vita scolastica scandita soprattutto da precisi ritmi temporali: i giorni, le ore, la campanella, le scadenze di vario genere… Gli insegnanti più intelligenti hanno capito che non si può ridurre la didattica a distanza alla classica routine spiegazione-compiti- verifica; soprattutto con i più piccoli bisogna tenere in vita la relazione personale, rassicurare, accompagnare, potendo contare nei casi migliori sui genitori (improvvisamente scoperti come alleati indispensabili per mandare avanti la didattica) e dovendo sostituirsi ad essi quando mancano, anche solo perché sono al lavoro (magari nella stanza accanto). Si è ristrutturato l’ambiente di apprendimento e deve quindi ristrutturarsi la relazione educativa, che però deve conservare la sua natura di vicinanza (nonostante la distanza) per costruire forme nuove di fiducia e di accompagnamento. È difficile pensare i primi giorni del prossimo anno scolastico, ma dovranno inevitabilmente esserci e dovranno essere giorni di “scuola”, facendo quindi comprendere – anzitutto agli insegnanti, ma anche ai genitori e agli alunni – che cosa sia davvero la scuola, cosa non possa essere eliminato. In questa prospettiva sembra un ostacolo supplementare voler percorrere la strada della soluzione unica su tutto il territorio nazionale. Le scuole non sono tutte uguali, come i territori di questo Paese non sono tutti uguali. Ci sono situazioni locali in cui ci si può e ci si deve assumere la responsabilità di riprendere una vita relativamente normale, riaprendo attività commerciali e ristabilendo contatti cauti ma concreti. Come gli adulti tornano a lavorare (o lo hanno sempre fatto) con qualche precauzione in più, altrettanto le scuole potranno riprendere a funzionare, non solo in modalità on line ma anche in presenza, valutando caso per caso la praticabilità del rientro in aula. I punti di forza della scuola cattolica nell’emergenza Da questo punto di vista le scuole cattoliche (non tutte ma sicuramente alcune) possono avere un punto di forza nelle loro ridotte dimensioni. Le preoccupazioni su cui ragiona il Ministero derivano dal modello di scuola statale, con una media di un migliaio di alunni che si accalcano in aule previste per contatti ravvicinati. Le scuole cattoliche hanno in genere dimensioni dieci volte inferiori e possono assicurare più facilmente, sotto la vigilanza del personale, il rispetto di quelle elementari condizioni di sicurezza che stiamo imparando ad adottare. Potrebbe essere questo un punto di forza delle scuole cattoliche in un momento in cui la criticità della situazione cancella addirittura prospettive di futuro. Bisogna inoltre puntare sulla creatività che le scuole cattoliche hanno sempre saputo dimostrare, per trovare soluzioni originali, turnazioni, gruppi di interesse o di livello, modalità almeno miste di lezione in presenza e a distanza, per tornare al più presto ad assicurare un servizio di cui non si comprende più bene l’essenzialità: se fosse essenziale non lo avremmo interrotto, ma se lo abbiamo dovuto interrompere vuol dire che se ne può anche fare a meno. Se ragioniamo solo in termini di assembramento, le scuole rischiano di fare la fine delle chiese e dei funerali, la cui non essenzialità è stata decretata immediatamente e potrebbe essere difficilmente recuperabile nel tempo. Queste, e molte altre, possono essere le considerazioni con cui cominciare a pensare al futuro dell’educazione. L’educazione ha bisogno di vicinanza, di contatto fisico, di comunità, perché senza questa dimensione sociale l’uomo che pensiamo di educare nelle scuole non è più quello di Aristotele, quindi potrebbe non essere più uomo.

(segnalazione web a cura del Prof. Giuseppe Serrone)



Le iniziative del Salone del Libro per la didattica a distanza

SalTo per la Scuola è un progetto con cui il Salone Internazionale del Libro di Torino vuole provare a stare vicino agli insegnanti e agli studenti in questo periodo così difficile per tutti. Lo fa mettendo in campo alcuni contenuti utili da affiancare alla didattica e costruendo una rete con i progetti e le realtà con cui da anni lavora per promuovere i libri, la lettura e la cultura.
In questi giorni complessi, durante i quali la scuola è chiamata a nuove sfide a distanza, l’universo di SalTo Diventi – lo spazio dedicato alla scuola e alle nuove generazioni sostenuto da Fondazione Compagnia di San Paolo – incontra quindi il mondo di Adotta uno scrittore – il progetto con cui Salone, grazie al contributo dell’Associazione delle Fondazioni di Origine Bancarie del Piemonte con la Fondazione con il Sud, porta gli autori italiani contemporanei nelle scuole e nelle carceri italiane – e la rete di autori della Scuola Holden. L’obiettivo è comune e importantissimo: continuare a coltivare la relazione e lo scambio, preservare quelle piccole comunità che sono le classi. Per riuscirci, occorre mettere in campo tutti gli strumenti possibili.
SalTo per la Scuola è dunque una sezione del sito del Salone in cui, nelle prossime settimane, confluiranno materiali diversi: lezioni, approfondimenti e link utili per i docenti. I materiali sono divisi in tre aree specifiche e una pagina che raccoglie progetti e attività dei partner del Salone.
  1. Le lezioni del Salone
Tra i tantissimi incontri che ogni anno vengono organizzati nei padiglioni del Lingotto, ne sono stati selezionati alcuni che possono essere particolarmente utili in questo momento. Si inizia oggi, giovedì 30 aprile, con una lezione di Alessandro Barbero sul senso della storia e sul perché è importante studiarla. Partendo da Sofocle e Tucidide fino ad arrivare ai giorni nostri. Poi, una lettura di Isabella Ragonese delle poesie di Guido Gozzano, intervallate da alcuni interventi critici dell’italianista Chiara Fenoglio. Isabella Ragonese legge Le due strade, Torino, Alle soglie (la poesia del «cuore monello giocondo che ride pur anco nel pianto») e tre poesie d’argomento amoroso: L’assenza, Cocotte e Un rimorso. Per i più piccoli, poi – e in omaggio al grande scrittore, amico del Salone e dal Salone profondamente amato, recentemente scomparso – verrà riproposto l’incontro con Luis Sepúlveda dedicato alla Gabbianella e il gatto e ad altri racconti per ragazzi. Sarà l’occasione di riscoprire come la vita dell’autore è sempre stata parte integrante delle sue storie. Nel video, insieme a Sepúlveda, la sua amica e traduttrice Ilide Carmignani ed Eros Miari.
  1. Adotta uno scrittore a distanza
Adotta uno scrittore – il progetto con cui Salone del Libro porta gli autori italiani contemporanei nelle scuole e nelle carceri italiane – prosegue a distanza. Diversi autori continuano a tenersi in relazione con i ragazzi delle scuole, incontrandoli via web in diretta o mandando video-lezioni. Tutti i video delle adozioni saranno resi disponibili anche alle classi che non partecipano al progetto. Per iniziare, Marco Malvaldi ha realizzato una lezione in cui spiega i punti di incontro tra matematica e letteratura attraverso la teoria delle reti: dai trasporti per collegare le isole di un arcipelago ai rapporti tra i personaggi nei gialli di Agatha Christie. O ancora, Federico Taddia racconta il suo mestiere di scrittore e rivela come i ragazzi possono essere rivoluzionari, cambiando il mondo un passo alla volta.
  1. Maestri di classici: Holden Classics si trasferisce online
Proseguono anche gli incontri del progetto Holden Classics, rivolto alle scuole superiori e a cura della Scuola Holden. In collaborazione con il Salone, dalla metà di aprile le lezioni saranno online e a disposizione di tutti: l’obiettivo è riuscire ad “addomesticare” alcuni mostri sacri della letteratura con l’aiuto di autori e insegnanti della Holden. Ognuno di loro sceglie un grande classico che ama e, in una video-lezione, racconta agli studenti tutto quel che sa di quel libro, cosa ha trovato di magico e potente in quelle pagine e perché valga la pena leggerlo.
Le video-lezioni sono disponibili sia sul sito della Scuola Holden che sul sito del Salone del Libro. Da oggi, giovedì 30 aprile, sono online le lezioni di Raffaele Riba, che racconta Il giorno della civetta di Sciascia; Emiliano Poddi, con Il sistema periodico di Levi e Annalisa Ambrosio con La Repubblica di Platone. Altri contributi verranno condivisi nelle prossime settimane.
Le nostre segnalazioni
Molti dei partner con cui ogni anno il Salone Internazionale del Libro di Torino costruisce il suo programma stanno lavorando per aiutare i docenti. Su una pagina dedicata del sito verranno quindi raccolti alcuni progetti utili e interessanti. In SalTo per la Scuola troverà posto anche il calendario dei webinar rivolti ai docenti che la Fondazione per la scuola della Compagnia di San Paolo organizza con il progetto Riconnessioni dall’inizio dell’emergenza. Alla pagina dedicata www.riconnessioni.it/webinar/ è possibile scoprire programma, materiali e video delle lezioni. La Galleria Riconnessioni, inoltre, è uno spazio collaborativo dove docenti, o gruppi di docenti, possono condividere passo dopo passo la progettazione e la realizzazione di attività didattiche.
Inoltre, saranno messe a disposizione le lezioni che i Piccoli Maestri stanno organizzando per aiutare i docenti col programma di letteratura italiana così come giochi di ludolinguistica sul web promossi dai Comix Games. Per i ragazzi delle scuole medie ed elementari, ancora, il Crucivirus, curato da Xkè? Il laboratorio della curiosità: tutti i giorni giochi e indizi scientifici per spiegare il virus e le sue conseguenze sulla nostra vita quotidiana ai più giovani.
La raccolta di tutti questi contenuti sarà disponibile sulla sezione di SalTo per la Scuola alla pagina “Le nostre segnalazioni”.
Un invito alle scuole primarie a partecipare alla giuria del Silent Book Contest Junior
Il premio Silent Book Contest 2020 – Gianni De Conno Award, il primo concorso internazionale dedicato ai libri senza parole – promosso da Carthusia, Il Salone del Libro, Bologna Children’s Book Fair, il Comune di Mulazzo e l’Associazione Montereggio Paese dei Librai, IOB International Organization of Book Towns, il Centro per il libro e la lettura e IBBY Italia e per questa edizione da BPER Banca – apre una nuova sezione Junior. Accanto alla Giuria Internazionale ci sarà infatti una giuria di bambini. Il Salone invita le classi terze e quarte della scuola primaria a candidarsi come giurati. Gli alunni delle classi selezionate visioneranno on-line i 12 libri finalisti del SBC 2020 e decreteranno il loro Silent Book vincitore, che sarà annunciato al prossimo Salone e pubblicato da Carthusia.
Il 4 maggio inaugurerà inoltre la Mostra Virtuale dei 12 finalisti SBC 2020 visibile anche sul sito del Salone Internazionale del Libro di Torino e su quello della Bologna Childrenʼs Book Fair – Special Edition che si apre proprio il 4 maggio.
Contenuti in continuo aggiornamento
Le varie sezioni di SalTo per la Scuola saranno aggiornate ogni settimana, con nuovi contenuti e rinnovati progetti, per rimanere costantemente in contatto con studenti, docenti e il suo pubblico in generale.
Per Le lezioni del Salone saranno resi disponibili altri contenuti rivisitati e lezioni realizzate ad hoc: da Nanni Moretti e Margherita Buy che leggono Natalia Ginzburg a Piergiorgio Odifreddi che racconta il contributo del mondo arabo per la matematica, passando per Ezio Mauro che parla della Rivoluzione d’Ottobre e il 1946 raccontato da Giovanni De Luna, fino ad arrivare alla lezione di Amitav Ghosh sui cambiamenti climatici e alla lectio di Riccardo Falcinelli sulla storia delle copertine dei libri.
Per Adotta uno scrittore, arriveranno ulteriori contributi video grazie alla generosità di, tra i tanti, Andrea Vico, Espérance Hakuzwimana Ripanti, Alessia Gazzola, Mauro Covacich, Mario Calabresi, Paola Caridi, Manlio Castagna, Gherardo Colombo.
Nella sezione Maestri di classici saranno condivise altre video-lezioni, tra le quali: Eleonora Sottili con Frankenstein; Federica Manzon con Il barone rampante; Alessio Romano con Una questione privata; Alessandro Mari con Le confessioni di un italiano e l’Orlando furioso; Martino Gozzi con Il giovane Holden; Michela Monferrini con L’isola di Arturo; Paolo Di Paolo con Il fu Mattia Pascal e Domitilla Pirro e Francesco Gallo con una lezione su Gianni Rodari.
La sezione SalTo per la Scuola è disponibile da oggi, giovedì 30 aprile, al link: www.salonelibro.it/ita/news/salto-per-la-scuola.html
afnews.info
(segnalazione web a cura del Prof. Giuseppe Serrone)

Per restare vicino a bambini e ragazzi e trovare nuove modalità di stare insieme. “Sotto un tetto di storie”


L’emergenza Coronavirus e la “reclusione” domestica non fermano la comunità educante che in queste ore sta mobilitando insegnati, educatori, famiglie e istituzioni per restare vicino a bambini e ragazzi e trovare nuove modalità di stare insieme.
Per questo, a poco più di un mese dalla tradizionale Notte dei racconti di febbraio, che solitamente anticipa la stagione di ReggioNarra, venerdì 3 aprile alle 21, il Comune di Reggio propone un’edizione speciale della notte delle narrazioni che si chiamerà “Sotto un tetto di storie”. Uniti, ma a distanza, tutti alla stessa ora, in ogni casa si ripete il rito della narrazione attraverso una inusuale e tecnologica Notte dei racconti che attraverso il web porterà la magia delle storie anche a domicilio.
“Venerdì prossimo accenderemo l’immaginazione, staremo assorti in ascolto, circondati dai libri più amati – dice l’assessore all’Educazione Raffaella Curioni – Contrariamente alle volte passate, questa speciale Notte dei racconti richiama le tecnologie: da strumenti per isolarsi, quest’emergenza li ha trasformati nell’unico modo per stare in contatto con le persone care e, in questo caso, per allargare il cerchio dei racconti. L’invito parte da Reggio Emilia, dalla città dell’educazione che ogni anno organizza Reggionarra, dalle sue scuole e dai nidi d’infanzia del Comune, da Reggio Children, ed è rivolto a tutta l’Italia, a tutta l’Europa, a tutto il mondo”.
“Raccontare storie ai bambini è sempre stato un elemento essenziale dell’essere genitori, educatori e comunità. Il dialogo tra generazioni, che avveniva attraverso fiabe, leggende e racconti di vita, è sempre stato strumento di conoscenza e crescita – dice l’assessore alla Cultura Annalisa Rabitti – Oggi lo è ancora di più e diviene a maggior ragione essenziale. In questo tempo rallentato che stiamo vivendo, ognuno può prendersi lo spazio per compiere pratiche di ‘cura’ attraverso narrazioni domestiche che donano ai bambini un tempo intimo a loro tutto dedicato”.
Per queste edizione speciale, il “luogo dell’incontro” sarà la piattaforma Facebook di Reggionarra, dove a partire dalle 21 del 3 aprile si succederanno diverse narrazioni: quella del sindaco di Reggio Luca Vecchi, poi quelle di insegnanti, genitori, attori, narratori e membri del network di Reggio Children. È stato chiesto un contributo video anche a narratori speciali come Francesco Micheli, regista e attore, Loredana Lipperini, giornalista e conduttrice, Francesco Merli, medico, Nicolò Melli, giocatore di basket, e tanti altri che si stanno aggiungendo in queste ore.
Il rituale della Notte dei racconti resta però lo stesso: tutti sono invitati a registrare un audio breve di filastrocca, seguito dal proprio nome e Paese, e a inviarlo con Whatsapp al +393207681111 oppure via mail a laboratorio.rodari@comune.re.it. I racconti saranno trasmessi su www.reggionarra.it. E’ possibile inoltre compilare il form disponibile sul sito di Reggionarra per essere inseriti nella mappa dei narratori attivi di casa in casa.
Radio 3 parteciperà alla Notte dei racconti con collegamenti dalle case e con approfondimenti nella puntata di Fahrenheit.
La Notte dei Racconti “Sotto un tetto di storie” fa parte di “Inveceilcentoc’è”, calendario di iniziative che celebra i cento anni dalla nascita di Loris Malaguzzi e di Gianni Rodari.
La Notte dei Racconti è promossa da Comune di Reggio Emilia, Scuole e nidi d’infanzia – Istituzione del Comune di Reggio Emilia, Reggio Children, Fondazione Reggio Children – Centro Loris Malaguzzi, Officina educativa, Reggio Emilia città senza barriere, Farmacie comunali riunite, con la collaborazione della Casa delle storie. (24emilia.com)

Favola: "Il paese con l'esse davanti" di Gianni Rodari. Idea: chiamiamo "Svirus" il coronavirus

Avviato dalla Dirigente Nicoletta Montecchi della Direzione Didattica 2° Circolo di Domodossola un canale di Youtube, come forma nuova di comunicazione a distanza con gli alunni e le famiglie #permantenereilegami.

All'interno del Canale i video delle insegnanti con la lettura/racconto di alcune favole di Gianni Rodari tratte da "Favole al Telefono".

Per le classi del mio insegnamento ho scelto "Il paese con l'esse davanti". Ho proposto alla fine agli alunni di aggingere un "s" a "virus" e cambiargli nome in "svirus" per vincere la paura: lo chiameremo "svirus" e sarà subito disfatto!


 Di seguito il testo della favola di Gianni Rodari:

"Il paese con l'esse davanti"
Giovannino Perdigiorno era un grande viaggiatore. Viaggia e viaggia, capitò nel paese con l'esse davanti.
- Ma che razza di paese è? - domandò a un cittadino che prendeva il fresco sotto un albero. Il cittadino, per tutta risposta, cavò di tasca un temperino e lo mostrò bene aperto sul palmo della mano. - Vede questo? - E un temperino. - Tutto sbagliato. Invece è uno «stemperino», cioè un temperino con l'esse davanti. Serve a far ricrescere le matite, quando sono consumate, ed è molto utile nelle scuole. - Magnifico, - disse Giovannino. - E poi? - Poi abbiamo lo «staccapanni». - Vorrà dire l'attaccapanni. - L’attaccapanni serve a ben poco, se non avete il cappotto da attaccarci. Col nostro «staccapanni» è tutto diverso. Lì non bisogna attaccarci niente, c'è già tutto attaccato. Se avete bisogno di un cappotto andate lì e lo staccate. Chi ha bisogno di una giacca, non deve mica andare a comprarla: passa dallo staccapanni e la stacca. C'è lo staccapanni d'estate e quello d'inverno, quello per uomo e quello per signora. Così si risparmiano tanti soldi. - Una vera bellezza. E poi? - Poi abbiamo la macchina «sfotografica», che invece di fare le fotografie fa le caricature, così si ride. Poi abbiamo lo «scannone». - Brr, che paura. - Tutt'altro. Lo «scannone» è il contrario del cannone, e serve per disfare la guerra. - E come funziona? - È facilissimo, può adoperarlo anche un bambino. Se c'è la guerra,
suoniamo la stromba, spariamo lo scannone e la guerra è subito disfatta. Che meraviglia il paese con l'esse davanti.

Dopo Filastrocche in cielo e in terra (1960), le Favole al telefono (1962) hanno costituito il secondo importante appuntamento di Rodari col grande pubblico infantile, sono entrate a pieno titolo nella scuola e nelle case dei bambini di tutto il mondo e hanno mostrato che la straordinaria capacità di invenzione dello scrittore poteva coniugarsi con l'osservazione della realtà contemporanea senza scadere mai nel moralismo e in una soffocante vocazione didattica; alcune «favole al telefono», d'altra parte, erano già state «collaudate» con successo sul «Corriere dei piccolissimi», inserto del «Corriere dei piccoli», e avevano portato alla ribalta personaggi destinati ad occupare ruoli da protagonisti nel ricchissimo universo rodariano, dalla minuscola Alice Cascherina a Giovannino Perdigiorno, imprevedibile viaggiatore in straordinari paesi. Anche l'invenzione della «cornice» è decisamente stimolante: il ragionier Bianchi, rappresentante di commercio degli anni Sessanta, che al telefono ogni sera raccontava alla sua bambina favole dagli esiti imprevedibili (magari oggi userebbe con altrettanta disinvoltura il «cellulare» o il fax), appartiene alla nostra vita quotidiana, può essere uno di noi ed è anche per questo che Favole al telefono sono un testo ormai classico, non conoscono il passare del tempo, conservano immutate le doti originali di eleganza, di ironia, di freschezza: i personaggi anticonformisti e gli eventi imprevisti, le dolcissime strade di cioccolato, i saporitissimi palazzi di gelato, i numeri paradossali e le domande assurde costituiscono i punti di forza di quella inesauribile capacità di invenzione che Gianni Rodari sapeva coniugare con la puntuale, seria e civile osservazione della realtà contemporanea (Einaudi Ragazzi).

Azzolina, sicura proroga ritorno a scuola dopo 3 aprile


Sicuramente ci sarà una proroga: si andrà oltre la data del 3 aprile, l'obiettivo è garantire che gli studenti ritornino a scuola quando stra-certo e stra-sicuro che possono tornare salute è prioritaria". Così la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina a La vita in diretta. (ANSA). 

Nuove sfide per la didattica a distanza #mantenerelegami

Da due settimane circa usiamo app, ci aggiorniamo, condividiamo e tanto altro ancora...! Come viviamo questo momento? Quali difficoltà?... Credo che da ogni strumento che usiamo possiamo trarne qualcosa di utile e pratico... per poter entrare nel punto di vista dell'altro... prendendo anche qualche spunto per essere creativi nel lungo periodo ed esperienziali e flessibili nel presente... 
Da parte mia ho trovato utili tanti strumenti per gestire la comunicazione e tenere vivi i legami tra noi docenti.. Strumenti utili anche a favorire la dimensione comunitaria di appartenenza alla nostre scuole... Oggi, per l'emergenza, il rischio maggiore per tutti è quello del distanziamento sociale. Molti strumenti mi hanno aiutato anche a conoscere alcune iniziative utili alla formazione... Siamo di fronte a una nuove sfide. Quali linee guida condivise per la valutazione docenti? E' indispensabile la revisione e la semplificazione della progettazione attraverso proposte che permettano l'interazione e lo sviluppo di competenze trasversali... Una didattica inclusiva a vantaggio di ogni studente utilizzando strumenti diversi di comunicazione (quali?), sopratutto nei casi di difficoltà di accesso agli strumenti digitali... Il PEI resta per gli alunni con disabilità  il punto di riferimento.. ma quali strumenti nuovi per gli alunni con disabilità?

Giuseppe Serrone

Filastrocca "Virus Corona" per i più piccoli e non solo

FILASTROCCA "Virus Corona"

"Coronavirus si chiama 
ma nessuno lo ama.
Gli cambio nome: "virus corona"
e a casa seduto in poltrona
racconto parole
le lancio al sole
e spinte dal vento
sarò contento 
farle arrivare 
a tutti i bambini da salutare.
 

Coronavirus. Ecco i kit per i libri animati da fare in casa (gratis). Ideati in Cina durante l'epidemia, sono disponibili anche in Italia i modelli per realizzare pop up educativi

Un pop up francese del primo Novecento
di Alessandro Zaccuri - da Avvenire
L'esperienza è nata in Cina, durante la prima fase della pandemia da Covid-19 e ora è approdata in Italia grazie al gemellaggio tra il collezionista Guan Zhongping e la Fondazione Tancredi di Barolo – Musli (Museo della scuola e del libro e del libro per l'infanzia) di Torino. Una staffetta di solidarietà e creatività realizzata nel segno del pop up, la tecnica che dona profondità tridimensionale alle pagine dei libri. Gli elementi di base sono sempre gli stessi: carta, piegatura, forbici e colla.
Questa volta, però, si tratta di allestire piccoli album che permettono di intrappolare il virus in una scatola oppure di ripassare insieme le regole per evitare il contagio, dal rispetto della distanza di sicurezza fino al modo corretto di lavarsi le mani.
Il pop up della nuvola Olga
Il pop up della nuvola Olga - .
A realizzare i kit, che si possono scaricare gratuitamente dal sito Pop-App, è il designer Massimo Missiroli, che lancia un appello rivolto a disegnatori e illustratori: chi vuole partecipare all'iniziativa può inviare il proprio bozzetto all'indirizzo info@fondazionetancredidibarolo.it, dopo di che il progetto verrà sviluppato e reso disponibile online.
Tra le prime a rispondere è stata Nicoletta Costa, che per l'occasione ha inventato una nuova fiaba con protagonista la nuvola Olga, uno dei più noti tra i personaggi nati dalla fantasia dell'autrice. Preoccupata per quello che sta accadendo, Olga scende sulla terra e si rimpicciolisce fino a prendere le dimensioni di una mascherina e dare così il suo contributo. Ma l'invito non riguarda soltanto i professionisti. Anche i bambini possono mandare le loro proposte, sotto forma di un semplice disegno in bianco e nero. In attesa dell'ispirazione, ci sono i video tutorial che insegnano a trasformarsi, un passo dopo l'altro, in artisti del pop up.

(segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone)

Quando a dare esempio di lettura in emergenza Coronavirus sono i Dirigenti: un favola di Rodari per gli alunni... con tanto amore!





(Tratto da You Tube - Canale video) 

L'autrice del video è l'Avv. Nicoletta Montecchi, Dirigente della Direzione Ditattica 2° Circolo di Domodossola, già Seconda Collaboratrice all'IC Don Borghi di Reggio Emilia e dal 2004 al 2014 Vicesindaco Comune Vezzano sul Crostolo (RE).
(foto di archivio tratta da canale YouTube comunreggioemilia)

Nuovo ciclo di webinar dedicati alla didattica digitale con partecipazione gratuita e attetato: 5 date dal 30 Marzo al 16 Aprile 2020

In vista del lungo periodo di chiusura delle scuole, la didattica a distanza diventa uno strumento di fondamentale importanza. Per questo ti proponiamo un nuovo ciclo di webinar dedicati alla didattica digitale a cura di Piero Gallo, autore Mondadori Education, esperto di informatica e dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Statale di Soleto (LE).
Il calendario
La partecipazione ai webinar è gratuita e prevede il rilascio di un attestato valido per gli usi consentiti dalla Legge. 
 (fonte: Mondadori Education)

Musica / Dieci brani per vincere la paura


Da “Futura” di Lucio Dalla a “It’s My Life” di Bon Jovi, dieci canzoni contro la paura
In un periodo così complicato per il nostro Paese e per tutto il mondo, la musica svolge un ruolo fondamentale per scacciare la paura. A volte basta una canzone per migliorare la giornata, per trovare la forza di andare avanti, per guardare al sereno e credere che il meglio arriverà presto. Anche in questi giorni tantissime persone hanno scelto la musica per esprimere i propri sentimenti, le proprie sensazioni e allontanare lo spettro della paura. Abbiamo scelto cinque canzoni italiane e cinque straniere perfette per affrontare al meglio questo momento. Dieci brani contro la paura per ascoltare, cantare a squarciagola e farsi forza:

- Fra le dieci canzoni propongo Non avere paura – Tommaso Paradiso
La altre canzoni
  • Futura – Lucio Dalla
  • Canzone contro la paura – Brunori Sas
  • Paura di niente – Jovanotti
  • Niente Paura – Ligabue
  • Pencil full of lead – Paolo Nutini
  • Wake up everybody – Harold Melvin & The Blue Notes
  • You can’t always get what you want – The Rolling Stones
  • Everything's Not Lost – Coldplay
  • It’s My Life – Bon Jovida

  • (fonte: Skytg24 - segnalazione a cura di Giuseppe Serrone)

Webinar Gratuito Google classroom. La classe oltre la classe

Durata 40 minuti
Utilizzare la app di google per un supporto a distanza per la classe.
Sia che siate i possesso della versione edu o normale la app funziona e permette di attivare immediatamente  “didattica a distanza”.
La App.:
  • Come funziona e dove si trova la app nella suite Google
  • Come si creano i corsi
Quali sono i contenuti:
Compito
Compito con quiz: uso dei moduli google per autovalutazione, potenziamento e valutazione

Distribuire materiali.
Docente: Gian Marco Malagoli (Collaboratore UNIMORE e Docente scuola secondaria)
Al termine del webinar si riceverà la registrazione ma non verrà emesso un attestato di frequenza.

PER ISCRIVERSI CLICCARE QUI.
 

Webinar gratuito Google Hangouts Meet Advanced: chat e meeting in un solo colpo. La Classe nella Rete

Durata 40 minuti
La app di Google, completamente gratuita, permette si creare con pochi click, un meeting con i propri alunni, condividendo non solo dialoghi, ma anche i contenuti dei diversi applicativi.
La App.:
  • Come funziona e dove si trova la app nella suite Google
  • Come si attiva il gruppo di lavoro
  • Come si attiva il collegamento e la condivisione
Google Meet Advanced
  • Lavorare e condividere on line
  • Le regole di lavoro
  • Tutte le funzionalità
Docente: Gian Marco Malagoli (Collaboratore UNIMORE e Docente scuola secondaria)
Al termine del webinar si riceverà la registrazione ma non verrà emesso un attestato di frequenza.

PER ISCRIVERSI CLICCARE QUI. cfiscuola.it

“Non ho mai parlato così tanto col mio prof”: in tempo di coronavirus scuola della relazione. Lettera. (Aggiungerei anche tra noi insegnati!)

(pubblicato in Orizzonte Scuola - Inviato da Giuseppe Adernò)

– La scuola nei giorni del coronavirus è una chiusa, ma è “scuola diversa” che, oltre a riscoprirsi “Comunità educante”, proprio perché limitata nelle attività didattiche, appare sempre più viva e dinamica, importante e indispensabile per la formazione degli studenti.
La scuola, infatti, non è l’edificio o l’aula, ma sono le persone che ne fanno parte ed insieme collaborano perché “l’alunno cresca, diventi uomo, apra i suoi occhi al vero e scopra la dimensione dei valori“.

Il ben noto professore e scrittore Alessandro D’Avenia ha ribadito ancora che “la scuola è il luogo delle relazioni tra le persone, insegnanti e studenti, e queste proseguono, seppure mediate dai dispositivi elettronici”.
Le lezioni non hanno la scansione oraria al suono della campanella, ma sono attive e dinamiche, sollecitando un contatto diretto ed uno scambio di pensieri, idee e progetti.
Registrare tra gli studenti la “nostalgia della scuola” è un segno di alta qualità e consente di apprezzare e riconoscere alla scuola la significativa valenza sociale di crescita e di sviluppo armonico e integrale della persona umana, dello studente che si prepara ad essere cittadino ed ha bisogno di una guida.
La principale lezione da ricordare è che la scuola è molto di più dei “programmi”, sia quelli didattici sia quelli informatici. Le tecnologie vengono in soccorso ma non cancellano il contatto diretto e il ruolo dell’insegnante, anzi lo richiedono ancora di più, per avere un ascolto, una parola di senso e di fiducia, una direzione da sperimentare.
L’espressione “Professoresse ci mancate”, scritta su WhatsApp dal ragazzo che è spesso impreparato e distratto, oppure “Non ho mai parlato così tanto col mio prof” sono indicative di una profonda e vera relazione educativa che unisce il docente ai suoi alunni. WhatsApp, e You Tube, ecco i nuovi luoghi virtuali dove si possono condividere anche video di propria creazione, favorendo il contatto e lo scambio d’idee e progetti, mantenendo vivo il contatto e la relazione educativa.

E’ compito del docente “non dare il già pensato, ma insegnare a pensare” e quindi  facilitare l’assimilazione dei contenuti che quando diventano “apprendimento” promuovono la modifica dei comportamenti e quindi del modo di pensare, di sentire e di agire, segni di una reale crescita culturale e umana.
Sono degne di lode e di condivisione le iniziative che sono state attivate in alcune scuole, particolarmente attente e vicine ai bisogni dei ragazzi, come la classroom “Sportello d’ascolto a distanza”, avviata presso il Liceo classico “Mario Cutelli” di Catania, realizzando un ambiente virtuale in cui gli alunni potranno incontrare i docenti e gli psicoterapeuti anche al fine di imparare a vivere in maniera positiva questa esperienza e superare i timori che ne derivano.
La relazione educativa è certamente un atto intenzionale che impegna sia il docente sia lo studente a percorrere insieme quest’avventura e guardare avanti in direzione della luce che appare lontana alla fine del tunnel.
Non ci sono ore mattutine o pomeridiane, né giorni di vacanza, si registra
costantemente un generoso scambio tra chi da e chi riceve nella convergenza della ricerca del miglior bene dei ragazzi. Anche il Ministro Lucia Azzolina ha molto apprezzato la creatività dei docenti che continuano professionalmente una significativa azione culturale e sociale che coinvolge anche le famiglie e ed entrambi i genitori, senza delega o compiti differenti.
Quel che si sta mettendo in campo, attraverso la didattica digitale a distanza, anche andando oltre gli orari di lavoro e i vincoli burocratici, non è per intrattenere i ragazzi bloccati forzatamente in casa; non è solo un ripasso, o un tenerli in esercizio, ma è un accompagnarli e guidarli in questa nuova esperienza che, solo se vissuta intensamente e proficuamente, avrà dei benefici e non solo vani ricordi.
Si studia la “scienza della vita”, come affrontare le difficoltà, si scopre il valore dell’attesa e della speranza, si comprende che la salute è un bene prezioso da tutelare e proteggere, si apprezzano la professionalità e la dedizione del Personale sanitario, si scopre il valore della solidarietà, dell’unità nazionale e del ben comune.
I ricchi e artistici servizi didattici offerti dalla Rai Scuola2020, i preziosi
documentari di storia, arte, cultura, scienze e lingue non sono un semplice
passatempo, ma dovrebbero essere accompagnate da un esercizio di compilazione di schede di verifica e di autovalutazione, sintetizzando: “Ho capito che… Ho imparato che… Prima non sapevo, adesso conosco e so che …..”
La rivoluzione provocata dal Coronavirus modifica i tempi e i luoghi, ridisegna lo scorrere delle giornate tra le pareti domestiche, riavvicina un po’ le generazioni, e facendo sorgere una nuova voglia di cura reciproca.
Più che sentirsi nella stessa barca, ci si vuole riconoscere tutti dalla stessa parte e non sono sufficienti i flash mob che si esprimono con le canzoni o il revival dello spirito nazionale, esponendo bandiere e disegni con arcobaleni, dimenticando forse che c’è gente che muore in solitudine, priva del conforto dei propri cari e della rituale cerimonia di commiato.
Quella che uscirà dall’emergenza sanitaria sarà una scuola diversa che oltre a riscoprirsi una comunità stretta da legami essenziali, non potrà continuare ad essere vista come un apparato burocratico di regole e norme.
La scuola sta dimostrando di essere capace di generare anticorpi preziosi non meno di quelli che ci sono mancati davanti alla nuova epidemia, perché sono molti i virus che s’incontrano lungo il sentiero della vita e non bastano le istruzioni da seguire o il chiudersi in se stessi per farvi fronte, #iorestoacasa, non scambiarsi baci e abbracci”
Occorre rivedere gli stili di relazione, superando le barriere del sospetto e della diffidenza e della paura. Nel messaggio esortativo per essere un vero educatore, Gesualdo Nosengo ha scritto: “Se tu rallenti, essi si perderanno; se ti scoraggi, essi si fiaccheranno; se ti siedi, essi si coricheranno; se tu dubiti, essi si disperderanno; se tu vai innanzi, essi ti supereranno; se tu doni la tua mano, essi ti daranno la vita” ed ha fortemente raccomandato a non rallentare, non scoraggiarsi, non dubitare.
Il messaggio di speranza: #celafaremo, dà fiducia per un cammino insieme,
consapevoli che “senza cultura ci mancano le parole, senza scuola vien meno la relazione”, mentre è proprio questa che dovremmo ricostruire e tessere con nuovi fili e rinnovato entusiasmo.

fonte: >>> Orizzonte Scuola

 segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone

Didattica a distanza, attenzione al trattamento del dato personale (indirizzo di posta elettronica)

Didattica a distanza, rappresenta la risposta formativa della scuola all’emergenza da Coronavirus. In alcuni casi gli insegnanti sono costretti a trattare l’indirizzo di posta elettronica. E’ un dato personale, quindi occorrono delle attenzioni, tenendo presente il GDPR (2016/679), il decreto attuativo (101/18) e i pronunciamenti dl Garante della Privacy.
Chi ha adottato il registro elettronico ha sicuramente meno problemi. Il primo è la familiarità tecnico-informatico con l’ambiente di lavoro. Segue la tutela legale nella gestione dei dati personali (famiglia, alunni). In altri termini il registro elettronico pur risultando uno strumento facoltativo (Cass. pen. Sez. V, Sent., (ud. 02-07-2019) 21-11-2019, n. 47241), ormai è perfettamente integrato nel sistema scolastico, in quanto l’avvio risale alla legge 135/12. Pertanto la gestione dei dati personali legati al registro elettronico è stata normalizzata (=istituzionalizzata) e le  informazioni trattate risultano coerenti con le finalità della scuola, che comportano l’ovvia minimalizzazione del dato, rendendolo pertinente e adeguato.
Invece, la decisione di adottare strumenti alternativi o sostitutivi al registro elettronico per attuare la didattica a distanza,  pone alcuni problemi sulla gestione degli indirizzi elettronici. I molti casi questi sono richiesti ai genitori per attivare la classe virtuale.
La domanda iniziale è la seguente: l’indirizzo di posta elettronica è un dato personale? La risposta è affermativa. Si legge, infatti sul sito del Garante della Privacy, facendo riferimento a un suo pronunciamento del 25 giugno 2002 “L´indirizzo di posta elettronica dell´interessato costituisce un suo dato personale. La raccolta e l´utilizzazione da parte di terzi (nella specie, al fine dell´invio di newsletter) costituisce quindi trattamento di dati personali ai sensi della normativa posta a tutela della riservatezza.
Il GDPR (Regolamento europeo per il trattamento dei dati personali) e il conseguente decreto attuativo sono molto chiari.
Ribadiscono quello che già era previsto dal D.Lvo196/03. Ogni trattamento di dati personali richiede sempre il consenso esplicito del diretto interessato. Si legge infatti all’art. 9″ È vietato trattare dati personali che rivelino l’origine razziale o etnica, le opinioni politiche, le convinzioni religiose o filosofiche, o l’appartenenza sindacale, nonché trattare dati genetici, dati biometrici intesi a identificare in modo univoco una persona fisica, dati relativi alla salute o alla vita sessuale o all’orientamento sessuale della persona”. Questi divieti decadono, se “l’interessato ha prestato il proprio consenso esplicito al trattamento di tali dati personali per una o più finalità specifiche”Per essere valido il consenso deve avere queste caratteristiche:
1) inequivocabile, espresso in modo esplicito, ma anche  implicito purché sia chiara l’intenzione del diretto interessato;
2) libero non imposto o estorto anche con raggiri  linguistici;
3) specifico riferito a determinate finalità per il quale si chiede;
4) informato rimanda al principio della trasparenza che richiede chiarezza nelle finalità e modalità del trattamento
Seguono poi la verificabilità e la revocabilità del consenso che non richiedono particolari spiegazioni.
Tutti questi elementi rendono problematica l’attivazione di classi virtuali a latere o sostitutive il registro elettronico: Prima questione. L’apertura di un ambiente virtuale è un’operazione che può configurarsi come un’operazione privata o pubblica. Se questa è compiuta senza un’autorizzazione istituzionale, allora  il docente in quel momento ha un profilo privato. In altri termini la richiesta dell’email al genitore può configurarsi come un’azione arbitraria se non collegata alla sua funzione istituzionale.
Considerando l’emergenza della situazione attuale, la soluzione è semplice. E’ sufficiente che il Dirigente scolastico comunichi per iscritto e poi pubblichi sul sito della scuola una circolare.  In essa si comunica l’avvio della didattica a distanza, da parte dei docenti dell’istituto con l’utilizzo di determinati servizi che richiedono l’uso di indirizzi di posta elettronica. Meglio essere chiari, anche in presenza di più opzioni.
In questo modo le iniziative e le conseguenti richieste sono autorizzate dal Rappresentante legale dell’Istituto, assumendo il carattere istituzionale e quindi di perseguimento delle finalità   formative della scuola.
Seconda questione. L’autorizzazione non è sufficiente. E’ necessario il consenso esplicito, libero, informato e inequivocabile del genitore al trattamento del dato personale. Questo sempre va fatto dalla scuola primaria alla secondaria, in quanto quasi tutti gli studenti sono minorenni. Il caso specifico non rientra in quello previsto dal GDPR (art. 8) e dal Decreto attuativo 101/18 (art.6). Quest’ultimo prevede  che può essere il quattordicenne (decisione italiana) a gestire personalmente il consenso richiesto dalle società dei servizi dell’informazione (realtà diverse da quelle scolastiche)
Anche in questo caso la soluzione è di facile praticabilità: richiedere ai genitori un preventivo consenso scritto all’uso dell’indirizzo di posta elettronica finalizzato, al proseguimento delle attività didattiche online.
Soluzioni semplici a problemi vecchi e nuovi. Meglio essere accorti che poi trovarsi a rispondere di possibili illeciti davanti al Garante per la Privacy…
fonte: corriereuniv.it

Didattica a distanza, attenzione al trattamento del dato personale (indirizzo di posta elettronica)

Solidarietà Digitale in collaborazione con Amazon ha deciso di organizzare tre nuovi webinar gratuiti principalmente riservati agli insegnanti di tutti gli Istituti scolastici italiani: 19 e 26 Marzo e 2 Aprile 2020. Scratch, ragazze e tecnologia e Intelligenza Artificiale sono i nuovi macro temi che verranno trattati

Dopo il grande successo del webinar di venerdì 13 marzo 2020 quando, connessi online, si sono trovati collegati contemporaneamente da ogni parte di Italia quasi 900 utenti, Codemotion in collaborazione con Amazon ha deciso di organizzare tre nuovi webinar gratuiti principalmente riservati agli insegnanti di tutti gli Istituti scolastici italiani. Scratch, ragazze e tecnologia e Intelligenza Artificiale sono i nuovi macro temi che verranno trattati durante i tre nuovi appuntamenti, in calendario ogni giovedì a partire dal 19 marzo alle ore 11.00.

Della durata totale di un’ora e trenta, i corsi online rientrano nell’iniziativa di Solidarietà digitale del Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione e verteranno su suggerimenti pratici, attività hands-on, casi d'uso e case history per aumentare l’interesse e il coinvolgimento dei propri studenti in modo creativo e alla portata degli insegnanti di tutte le materie. L’obiettivo è di avvicinare gli studenti alle materie STEAM (acronimo inglese per Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica, alle quali Codemotion aggiunge anche la “A” di arte).

Il calendario dei prossimi webinar:
19 Marzo ore 11:00La Grande Bellezza di Scratch: alla scoperta delle potenzialità di questo strumento educativo utilizzato da 52 milioni di utenti nel mondo.
A cura di Adriano Parracciani, R&S EdTech in Codemotion
Per iscriversi: https://extra.codemotion.com/webinar-amazon-scratch/

26 Marzo ore 11:00La tecnologia è solo per maschi? Idee ed esperienze pratiche per favorire la partecipazione delle ragazze in percorsi didattici e professionali in ambito STEAM.
A cura di Massimo Avvisati, Head of EdTech R&D di Codemotion
Per iscriversi: https://extra.codemotion.com/webinar-amazon-tecnologia/

02 Aprile ore 11:00L'Intelligenza Artificiale è Intelligente? Esploriamo la nebulosa della IA, fatta di Filosofia, di Storia, di Tecnologia, per provare a capirne i concetti chiave, sfatare alcuni miti ed imparare ad interpretare il futuro che aspetta i nostri studenti.  
A cura di Adriano Parracciani, R&S EdTech in Codemotion
Per iscriversi: https://extra.codemotion.com/webinar-amazon-ai/

Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito del Governo: https://solidarietadigitale.agid.gov.it/#/


Didattica online... iniziativa di Formazione gratuita nel VCO per insegnanti e genitori. Una voce dal territorio


(video a cura del Dottor Boschini - Preside dell'IC Verbania Intra)

Il contributo è visibile online  dalla pagina web Edu Smart 


Una iniziativa della Fondazione Comunitaria del VCO in collaborazione Ufficio Scolastico del VCO (Ambito Territoriale del VCO - Ufficio IX)

Interessante proposta EDUsmart, una iniziativa di formazione gratuita on line per gli insegnanti del Vco e guida tecnica per i genitori sulla didattica a distanza con un sito creato da TechSoup
La formazione è stata dedicata alle piattaforme suggerite dal Ministero dell’Istruzione, G suite for Education e Office 365 for Education. La formazione, che prevede la possibilità per genitori ed insegnanti di dialogare con operatori per la soluzione di problemi, è stata organizzata  dall’Ufficio Scolastico del VCO grazie all’interessamento e sostegno della Fondazione Comunitaria Vco. 

EDUsmart ha iniziato  la formazione on line Lunedì 16 Marzo concludendola oggi 17 Marzo 2020, con due webinar  rivolti a insegnanti delle scuole statali e paritarie del Vco e a genitori. Il sito è on line, per iscriversi edusmart.it/vco.

Durante i webinar sono state effettuate dimostrazioni pratiche degli strumenti e delle funzionalità e suggerimenti utili di utilizzo. Dopo i webinar i partecipanti saranno in grado di creare lezioni online, assegnare compiti ed interagire con i loro studenti da remoto. Per gli insegnanti un prezioso supporto online, quello offerto da EDUSmart per accompagnare nell’implementazione degli strumenti digitali e rispondere alle domande e supportarli nell’uso pratico di nuovi strumenti.
 Per rispondere all'emergenza attuale i Webinar formativi pratici EDU smart sono un prezioso percorso di formazione online. 

(a cura di Giuseppe Serrone)

Buone prassi per contrastare il Coronavirus, una video lezione realizzata da studenti per gli studenti. Video realizzato da Marina Piazza, coordinatrice dell’indirizzo socio-sanitario dell’Istituto “Dalla Chiesa – Spinelli” di Omegna (VCO) con modalità “didattica a distanza”

Buone prassi per contrastare il Coronavirus, video realizzato da Marina Piazza, coordinatrice dell’indirizzo socio-sanitario dell’Istituto “Dalla Chiesa – Spinelli” di Omegna (VCO) con modalità “didattica a distanza”, insieme ad un gruppo di studenti dell’indirizzo socio-sanitario per promuovere, in modo scientificamente serio, ma simpatico, le buone prassi al tempo del corona virus.
(fonte: orizzontescuola.it)

Ecco il link: >>> https://www.facebook.com/OrizzonteScuola.it/videos/294949051468559/

Webinar - HUB Scuola: le classi digitali e le piattaforme per esercitarsi online e offline




Le classi digitali sono uno strumento pensato per affiancare la didattica tradizionale mettendo a disposizione di docenti e studenti un ambiente online condiviso. Nel corso di questo webinar vedremo come creare in HUB Scuola le classi digitali e daremo alcuni consigli pratici su come poterle utilizzare al meglio. Scopriremo anche le altre funzionalità messe a disposizione di docenti e studenti in HUB Scuola: HUB Test con cui è possibile creare esercizi o selezionarli da un ampio database di domande; Test Generator è uno strumento che permette di avere offline tutte le funzionalità di HUB Test per la singola materia di insegnamento; HUB INVALSI è la piattaforma di allenamento per le prove ufficiali INVALSI.

Videotutorial: Utilizzare la Classe Virtuale. Scopri le funzionalità delle classi virtuali su HUB Scuola




Videotutorial: Creare una Classe Virtuale (per insegnati che usano Hub Scuola)

Scopri come creare una classe virtuale su HUB Scuola


Linee guida per la didattica a distanza con Argo

 
Un manuale facile da consultare che racchiude le possibilità che offrono gli strumenti Argo per la didattica a distanza

Linee guida per la didattica a distanza con Argo

segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone

Dida-Labs: didattica a distanza e inclusione | Webinar

Trasmesso dal vivo in streaming il 10 mar 2020
Insieme a Dario Ianes e Sofia Cramerotti parleremo di come promuovere ed attuare una didattica a distanza che sia realmente inclusiva.
Scopriremo anche la piattaforma gratuita Dida-Labs con oltre 400 attività multimediali interattive create dagli esperti di Erickson per rafforzare e potenziare le capacità di ogni alunno.
fonte: Edizioni Centro Studi Erickson


Segnalazione a cura di Giuseppe Serrone

“La caramella istruttiva” di Gianni Rodari... Quando imparare è facile


Risultato immagini per "La caramella istruttiva" racconto testo rodari

La caramella istruttiva

Ascolta la favola

Sul pianete Bih non ci sono libri. La scienza si vende e si consuma in bottiglie.
La storia è un liquido rosso che sembra granatina, la geografia un liquido verde menta, la grammatica incolore e ha il sapore dell’acqua minerale. Non ci sono scuole, si studia a casa. Ogni mattina i bambini, secondo l’età, debbono mandar giù un bicchiere di storia, qualche cucchiaiata di aritmetica e così via.
Ci crederete? Fanno i capricci lo stesso.
– Su, da bravo, – dice la mamma, – non sai quanto è buona la zoologia. È dolce, dolcissima.
Domandalo alla Carolina – (che è il robot elettronico di servizio).
La Carolina, generosamente, si offre di assaggiare per prima il contenuto della bottiglia. Se ne versa un dito nel bicchiere, lo beve, fa schioccare la lingua: – Uh, se è buona – esclama, e subito comincia a recitare la zoologia: – “La mucca è un quadrupede ruminante, si nutre di erba e ci dà il latte con la cioccolata.”
– Hai visto? – domanda la mamma trionfante.
Lo scolaretto nicchia. Sospetta ancora che non si tratti di zoologia, ma di olio di fegato di merluzzo.
Poi si rassegna, chiude gli occhi e trangugia la sua lezione tutta in una volta. Applausi.
Ci sono, si capisce, anche scolaretti diligenti e studiosi: anzi golosi. Si alzano di notte a rubare la storia-granatina, e leccano fin l’ultima goccia dal bicchiere. Diventano sapientissimi.
Per i bambini dell’asilo ci sono delle caramelle istruttive: hanno il gusto di fragola, dell’ananas, del ratafià, e contengono alcune facili poesie, i nomi dei giorni della settimana, la numerazione fino a dieci.
Un mio amico cosmonauta mi ha portato per ricordo una di quelle caramelle. L’ho data al mio bambino, ed esso ha cominciato subito a recitare una buffa filastrocca nella lingua del pianeta Bih, che diceva pressapoco:
 “anta anta pero pero
   penta pinta pim però
“,
e io non ci ho capito niente.
(da “Favole al telefono” di Gianni Rodari - in tutto scuola.com)
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Ho letto questa storia e ho subito pensato a quanti bambini fanno fatica a studiare.  La mia convinzione profonda sta nel fatto che se un bambino e sereno e tranquillo e la scuola è un posto dove si sente a suo agio tutta questa difficoltà non dovrebbe esistere.  È fondamentale un educazione che educhi proprio all'educazione.  È importante che il bambino capisca fin da subito l’importanza e la meraviglia di sapere.  E questo si può fare utilizzando il suo linguaggio, che sia di gioco, che sia principalmente divertente.

E’ assolutamente possibile farlo. Ci vuole solo pazienza. Tanta. Ma questo tempo speso è ben ripagato dal fatto che così si formano bambini felici e sicuri di se.

Molto spesso accade che noi genitori siamo pressanti e mostriamo rabbia e delusione quando i figli non riescono a raggiungere i risultati sperati, il più delle volte è perché vorremo per i figli il futuro che avremo voluto per noi.

Bambini e ragazzi spaventati hanno alle spalle molto spesso genitori restii e altrettanto impauriti.

Ma questo non è giusto, perché un figlio è un individuo separato da noi!

I cuccioli, e anche i bambini lo sono, hanno geneticamente la propensione alla scoperta; la curiosità è la molla che li spinge alla conoscenza.

Dobbiamo saperla dirigerla bene. Compito fondamentale dei genitori è quello di aprirsi, con stupore, alle cose nuove, così che anche i figli possano utilizzare lo stesso metodo per apprendere.

Il cervello nei primi anni di vita è una spugna assorbente.

Quindi, avere spesso e volentieri un buon libro sotto il braccio o sotto gli occhi, è insegnare loro che la lettura è un’amica fidata e silenziosa che permette di passare un tempo di qualità.

Non dimentichiamoci che poi la scuola, non sono solo compiti, voti e materie, ma è anche una fonte di amicizie e di legami che possono durare tutta la vita.

Buon lavoro! (Fonte Blog psicologiaecaffe)
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone