Anche nel resto d’Europa a scuola si studia religione?
L’insegnamento della religione è presente in quasi tutti i paesi europei. In Italia l’insegnamento della religione (Irc) è previsto in forza del Concordato firmato l’11 febbraio 1929 da Mussolini e dal cardinale Gasparri e degli accordi di revisione del 1984. Viene impartito in tutti gli ordini di scuola ed è confessionale. E’ previsto il diritto di avvalersi o meno dell’insegnamento, che però è curricolare, esercitato al momento dell’iscrizione e implicitamente confermato, salvo diversa indicazione, per gli anni successivi. L’orario varia da un’ora e mezza a settimana nella scuola dell’infanzia, due ore a settimana nella primaria e un’ora a settimana nella secondaria di primo e secondo grado. Chi non se ne avvale può svolgere attività alternative, deliberate dal collegio dei docenti, o uscire dalla scuola. Non sono ad oggi previsti insegnamenti di altre confessioni o religioni. I programmi e gli obiettivi specifici di apprendimento sono redatti dalla Cei e approvati con Dpr dallo Stato.
Come ci si regola negli altri Paesi?
Le modalità sono molto differenti da Paese a Paese. In Spagna l’insegnamento della religione è previsto a tutti i livelli, dalla scuola dell’infanzia al liceo, come offerta obbligatoria, liberamente scelta dagli alunno o dai genitori (dalle superiori non fa più media). I programmi sono stabiliti dalla Conferenza episcopale a cui compete proporre i libri di testo. Gli insegnanti sono assunti dallo Stato, con incarico provvisorio (1 anno) sulla base dell’idoneità concessa dal vescovo. In Francia c’è l’ora di religione solo nell’Alsazia e nella Mosella, in Slovacchia è possibile optare tra lezioni di religione e di etica. In Belgio il corso di religione frequentato entra nel curriculum personale dell’allievo e fa media e i vescovi fiamminghi stabiliscono i programmi per ogni livello di insegnamento. In Portogallo si chiama «religione e morale» ed è tenuto da laici approvati dall’autorità ecclesiastica. Nella Repubblica Ceca è una disciplina opzionale e facoltativa, inserita dopo la fase dell’orario obbligatorio. Gli insegnanti sono pagati dallo Stato al pari degli altri, ma per insegnare serve un mandato del vescovo. La responsabilità della designazione e formazione degli insegnanti spetta alla Chiesa che li controlla con propri ispettori in collaborazione con quelli statali.
Come funziona, invece, in Germania e nel Nord Europa?
In Germania l’insegnamento della religione è obbligatorio e prevede valutazioni rilevanti ai fini della promozione e può essere incluso nell’esame di licenza. In alternativa sono previsti corsi di etica o filosofia per chi non sceglie nessuno degli insegnamenti confessionali. In Austria è confessionale per tutte le denominazioni riconosciute ed è obbligatorio, ma è possibile farsi esonerare. In Svezia l’insegnamento della religione presente nei curricoli scolastici (statali e non statali) si colloca nell’ambito delle scienze sociali, mentre quello confessionale è proibito in tutte le scuole. In Danimarca l’ora di religione è offerta sia nella scuola primaria che in quella secondaria. Negli istituti statali è «aconfessionale», si basa sulla tradizione luterana e viene denominata «educazione al cristianesimo». Nelle scuole cattoliche vi è un insegnamento «denominazionale» (offerto dalle diverse confessioni religiose). In Austria è confessionale per tutte le denominazioni riconosciute ed è obbligatorio, ma è possibile farsi esonerare.
E nella cattolica Polonia?
L’insegnamento è facoltativo, confessionale e valutato con la stessa scheda delle altre discipline, però non fa media e non incide sulla promozione o bocciatura. Dal 2010 entrerà come materia a scelta tra quelle facoltative per l’esame di maturità. Anche altre confessioni cristiane (ortodossi, luterani, metodisti, battisti, mariaviti, avventisti) svolgono l’insegnamento religioso nella scuola pubblica. L'Insegnante di religione è membro del Consiglio scolastico con gli stessi diritti e doveri degli altri docenti. L’incarico viene attribuito dal preside sulla base della «missio canonica» che viene rilasciata dall’autorità ecclesiastica diocesana.
La fondazione «FareFuturo» propone l’ora di Islam. In Europa come si regolano?
Una proposta del genere fino ad oggi ha trovato attuazione solo in alcuni Paesi. In Spagna, ad esempio, oltre a quella cattolica anche le altre religioni possono avere un insegnamento confessionale. In Belgio ogni alunno ha diritto ad un «corso filosofico» il cui insegnamento è di competenza dei «culti riconosciuti» (cattolici, protestanti, ortodossi, anglicani, musulmani, ebrei). In Germania, tutti i Länder offrono l’insegnamento cattolico e protestante, la maggior parte anche ortodosso ed ebraico, alcuni anche islamico. Insomma, l’ora di religione in Europa si attua con diversità di modalità (obbligatorio o facoltativo) di contenuti (religione cattolica, protestante, ortodossa), di approcci (storico, etico, para-catechistico).
L’insegnamento della religione è presente in quasi tutti i paesi europei. In Italia l’insegnamento della religione (Irc) è previsto in forza del Concordato firmato l’11 febbraio 1929 da Mussolini e dal cardinale Gasparri e degli accordi di revisione del 1984. Viene impartito in tutti gli ordini di scuola ed è confessionale. E’ previsto il diritto di avvalersi o meno dell’insegnamento, che però è curricolare, esercitato al momento dell’iscrizione e implicitamente confermato, salvo diversa indicazione, per gli anni successivi. L’orario varia da un’ora e mezza a settimana nella scuola dell’infanzia, due ore a settimana nella primaria e un’ora a settimana nella secondaria di primo e secondo grado. Chi non se ne avvale può svolgere attività alternative, deliberate dal collegio dei docenti, o uscire dalla scuola. Non sono ad oggi previsti insegnamenti di altre confessioni o religioni. I programmi e gli obiettivi specifici di apprendimento sono redatti dalla Cei e approvati con Dpr dallo Stato.
Come ci si regola negli altri Paesi?
Le modalità sono molto differenti da Paese a Paese. In Spagna l’insegnamento della religione è previsto a tutti i livelli, dalla scuola dell’infanzia al liceo, come offerta obbligatoria, liberamente scelta dagli alunno o dai genitori (dalle superiori non fa più media). I programmi sono stabiliti dalla Conferenza episcopale a cui compete proporre i libri di testo. Gli insegnanti sono assunti dallo Stato, con incarico provvisorio (1 anno) sulla base dell’idoneità concessa dal vescovo. In Francia c’è l’ora di religione solo nell’Alsazia e nella Mosella, in Slovacchia è possibile optare tra lezioni di religione e di etica. In Belgio il corso di religione frequentato entra nel curriculum personale dell’allievo e fa media e i vescovi fiamminghi stabiliscono i programmi per ogni livello di insegnamento. In Portogallo si chiama «religione e morale» ed è tenuto da laici approvati dall’autorità ecclesiastica. Nella Repubblica Ceca è una disciplina opzionale e facoltativa, inserita dopo la fase dell’orario obbligatorio. Gli insegnanti sono pagati dallo Stato al pari degli altri, ma per insegnare serve un mandato del vescovo. La responsabilità della designazione e formazione degli insegnanti spetta alla Chiesa che li controlla con propri ispettori in collaborazione con quelli statali.
Come funziona, invece, in Germania e nel Nord Europa?
In Germania l’insegnamento della religione è obbligatorio e prevede valutazioni rilevanti ai fini della promozione e può essere incluso nell’esame di licenza. In alternativa sono previsti corsi di etica o filosofia per chi non sceglie nessuno degli insegnamenti confessionali. In Austria è confessionale per tutte le denominazioni riconosciute ed è obbligatorio, ma è possibile farsi esonerare. In Svezia l’insegnamento della religione presente nei curricoli scolastici (statali e non statali) si colloca nell’ambito delle scienze sociali, mentre quello confessionale è proibito in tutte le scuole. In Danimarca l’ora di religione è offerta sia nella scuola primaria che in quella secondaria. Negli istituti statali è «aconfessionale», si basa sulla tradizione luterana e viene denominata «educazione al cristianesimo». Nelle scuole cattoliche vi è un insegnamento «denominazionale» (offerto dalle diverse confessioni religiose). In Austria è confessionale per tutte le denominazioni riconosciute ed è obbligatorio, ma è possibile farsi esonerare.
E nella cattolica Polonia?
L’insegnamento è facoltativo, confessionale e valutato con la stessa scheda delle altre discipline, però non fa media e non incide sulla promozione o bocciatura. Dal 2010 entrerà come materia a scelta tra quelle facoltative per l’esame di maturità. Anche altre confessioni cristiane (ortodossi, luterani, metodisti, battisti, mariaviti, avventisti) svolgono l’insegnamento religioso nella scuola pubblica. L'Insegnante di religione è membro del Consiglio scolastico con gli stessi diritti e doveri degli altri docenti. L’incarico viene attribuito dal preside sulla base della «missio canonica» che viene rilasciata dall’autorità ecclesiastica diocesana.
La fondazione «FareFuturo» propone l’ora di Islam. In Europa come si regolano?
Una proposta del genere fino ad oggi ha trovato attuazione solo in alcuni Paesi. In Spagna, ad esempio, oltre a quella cattolica anche le altre religioni possono avere un insegnamento confessionale. In Belgio ogni alunno ha diritto ad un «corso filosofico» il cui insegnamento è di competenza dei «culti riconosciuti» (cattolici, protestanti, ortodossi, anglicani, musulmani, ebrei). In Germania, tutti i Länder offrono l’insegnamento cattolico e protestante, la maggior parte anche ortodosso ed ebraico, alcuni anche islamico. Insomma, l’ora di religione in Europa si attua con diversità di modalità (obbligatorio o facoltativo) di contenuti (religione cattolica, protestante, ortodossa), di approcci (storico, etico, para-catechistico).
a cura di Giacomo Galeazzi - blog La Stampa